Luca Palamara, intervistato in esclusiva da Antonino Monteleone e Marco Occhipinti. Appena radiato dalla magistratura con l’accusa di avere pilotato alcune nomine di giudici, parla a ruota libera raccontando come funzionerebbe davvero, in Italia, la macchina della giustizia
Immagine presa dalla puntata de Le Iene di Martedì 13 Ottobre 2020.
“Le nomine in magistratura sono frutto di spartizioni e di accordi. Chi non appartiene a una corrente è sicuramente penalizzato". A fare queste dichiarazioni è Luca Palamara, l’ex magistrato appena radiato dal Csm con l’accusa di avere pilotato alcune nomine di giudici in cambio di favori e insabbiamenti.
Luca Palamara non è un pm qualunque, perché in 23 anni di carriera ha rivestito posizioni di rilievo: ex consigliere del Csm (Consiglio superiore della magistratura, ndr), l’organo di autogoverno della magistratura, ex presidente di Anm (Associazione nazionale magistrati, ndr), l’associazione nazionale cui aderisce circa il 90% dei magistrati italiani, e capo di Unicost, la corrente di centro dei magistrati italiani.
Palamara parla della nomina del vicepresidente del Csm David Ermini, finita al centro delle polemiche, e conferma che sarebbe stata frutto di un accordo politico siglato con i parlamentari Luca Lotti e Cosimo Ferri, e anche altri esponenti di partiti, come il Movimento Cinque Stelle e Forza Italia.
E a proposito della nomina di Ermini, lei è fuori dalla magistratura per aver tentato di condizionare la nomina a procuratore capo di Roma ma non è stato punito per aver di fatto stabilito chi doveva fare il vicepresidente del Csm, ho capito bene?
Sì, esattamente. Sì è scelto di individuare in me colui il quale poteva essere considerato il deus ex machina. Tanto prendiamo atto di questa che è stata la decisione mia, come ho detto pago per tutti ma la mia intenzione è di non farlo, non pagare per tutti”.
E infine Palamara risponde anche a una domanda sul tema della politicizzazione della magistratura, su cui tanto si è battuto Silvio Berlusconi: “Quando Berlusconi vi accusava di essere politicizzati diceva una ca**ata come gli abbiamo sempre rinfacciato noi giornalisti?”
Bisogna svolgere un serio momento di riflessione sulla storia politico giudiziaria del paese, per valutare in che modo le nomine e determinati processi abbiano poi influito. E' chiaro poi che il tema dell’uso politico della giustizia è un tema presente anche nel dibattito interno alla magistratura.
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