Il Nord si mobilita contro i 5Stelle. L’onda della polemica contro le misure sponsorizzate da Di Maio sta montando, a tutto vantaggio di Salvini.
Ieri le due capitali del mondo produttivo, Milano e Torino hanno mandato un “vaffa” all’indirizzo del Movimento. «Le chiusure domenicali? Le facessero ad Avellino (città di origine di Di Maio, ndr) qui a Milano non ci rompano le palle» ha detto il sindaco di Milano Beppe Sala senza usare tanti giri di parole. E poi: «Pensassero alle grandi questioni politiche, non a rompere le palle a noi che abbiamo un modello che funziona e 9 milioni di turisti».
L’occasione è stata un convegno alla Bicocca e le parole del primo cittadino sono state accolte da una standing ovation. Il tema era quello dell’orario dei centri commerciali alla luce dell’annuncio fatto da Di Maio a settembre di varare una legge per imporre la chiusura nei fine settimana e nei festivi, con delle turnazioni. Uno stop quindi alla liberalizzazione decisa dal governo Monti. Erano mesi che Sala si teneva questo rospo nello stomaco, aspettando la situazione giusta per lanciare il razzo. Palazzo Marino sta affrontando il piano dell’oraio flessibile degli esercizi commerciali proprio per sfruttare la crescita di presenze turistiche che la città ha registrato a partire dall’Expo.
Di Maio ha risposto via social, usando gli stessi toni, fuori dai convenevoli istituzionali. «Chi lavora ha il diritto a non essere più sfruttato. Questo rompe le palle a un sindaco fighetto del Pd? E chi se ne frega!».
Un “vaffa” più grande è arrivato da Torino dove quarantamila persone, chiamate a raccolta dalle associazioni “Sí, Torino va avanti” e “Sí lavoro” sono affluite in piazza Castello per dire No al piano dei 5Stelle di bloccare la Tav. Il tam tam è partito anche da una petizione online promossa da Mino Giachino, ex sottosegretario ai Trasporti del governo Berlusconi, che ha raggiunto più di 65mila sottoscrizioni. In piazza sono scesi tutti, privati cittadini, le associazioni di categoria come i partiti anche se, come hanno decisioni gli organizzatori, non c’erano simboli o bandiere. Oltre al Pd, ai moderati e a Forza Italia era presente anche la Lega, nonostante sia al governo, ma che non ha mai nascosto di essere critica verso la posizione di Di Maio. I Radicali e Fratelli d’Italia hanno promosso una raccolto firme per due referendum. Fratelli d’Italia punta a un referendum propositivo, i radicali sono invece a sostegno di una delibera per l’indizione di una consultazione cittadina.
Al termine della manifestazione è arrivato un comunicato del sindaco, Appendino: «Sono state sollevate delle critiche, che accolgo, ma c’erano anche molte energie positive».
Il ministro dell'Agricoltura, il leghista Gian Marco Centinaio, ha ribadito la posizione del Carroccio. «La Tav è una struttura che serve e secondo noi della Lega si fa».
Soddisfazione per la riuscita della mobilitazione è venuta da Forza Italia, presente con una folta delegazione guidata dalla capogruppo alla Camera, Mariastella Gelmini. La deputata Claudia Porchietto ha sottolineato che «È partito il riscatto di Torino. Una grande lezione sabauda da parte della città a una amministrazione che non ha capito nulla. Siamo contenti e siamo consapevoli che il lavoro da fare sarà tantissimo e che le forze politiche serie e tradizionali devono riconquistare la fiducia dei cittadini. Noi saremo a fianco ai torinesi per dare un futuro a questo territorio . Questa mattina il bagno di folla è stato commovente».
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