Di Michelle Ranieri
C’era da aspettarselo. Se la Rai, da sempre lottizzata, è l’immagine speculare del governo, non potevano mancare gli incapaci ai vertici. Di questi tempi distruggere gli ascolti della rete ammiraglia è ormai evidente che non è un demerito, ma un’operazione che va premiata perché in linea con la decrescita felice dei grillini. E la decrescita felice della Rai si chiama Teresa De Santis, ex manifesto, ex grillina poi diventata leghista per salire sulla poltrona di Raiuno grazie alla scelta di Matteo Salvini. E oggi tornata certamente grillina, visto che dopo la sua cacciata dalla direzione di RaiUno, per aver attuato una politica volta a imbarcare amici esterni leghisti a scapito dei professionisti interni, ha ricevuto un lauto premio per il suo demerito. La De Santis sta per essere nominata presidente di RaiCom, nel più totale silenzio della Vigilanza e della politica, che per molto meno ha messo in atto, nei mesi scorsi, una caccia alle streghe contro il presidente del servizio pubblico, Marcello Foa. Un bersaglio perfetto, per sviare l’attenzione da chi stava facendo i danni veri in Rai, come l’ad pd-grillino Fabrizio Salini, timidamente in sella, e la direttora di RaiUno Teresa De Santis, pronta a tutto pur di affidare i programmi ai suoi amici. L’epilogo lo conosciamo: Foa è stato sacrificato sulla pira della trasparenza, Salini è al suo posto a riorganizzare i direttori che controlleranno altri direttori, e la De Santis, dopo essere stata buona per qualche mese, è tornata su una bella e strapagata poltrona, da RaiUno a RaiCom. D’altronde, per gli amici si può fare la qualunque, in totale spregio delle direttive dell’anac , che impongono la rotazione per i dirigenti. Norme che valgono ovunque, ma non in Rai, il paese del bengodi dove si arranca per deroghe, dove c’è chi salta da una casella all’altra, senza competenze e senza passare per il via, come nel gioco del Monopoli. Il tutto nel pieno silenzio dell’opposizione, che nel mentre si è dimenticata del monopoli e gioca a burraco con le “sciure” agghindate. Tanto paga pantalone, ovvero gli italiani che in questo momento sono impegnati a escogitare modi per non fallire e che quindi non si sono accorti del gioco delle tre carte in Rai.
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