Il senatore di Fdi: «Ma quale 8 marzo, festeggerei la liberazione dall’ipocrisia di Boldrini & c. Le vere femministe sono a destra»
Daniela Santanchè, dobbiamo chiamarla senatore o senatrice di Fratelli d’Italia?
«Per carità, io sono un senatore. Ho molto apprezzato Beatrice Venezi, che sul palco di Sanremo ha preteso di essere chiamata “direttore d’orchestra”, e non direttrice. È il merito che conta, non una voca[1]le alla fine di una parola».
Dunque, senatore, come festeggia l’otto marzo?
«Non lo festeggio. Non ha sen[1]so ricordarsi delle donne solo una volta l’anno. Soprattutto in tempi di lockdown: oggi sono proprio le donne pagare il prezzo più alto».
Anche lei condivide l’appello contro la Treccani, firmato tra gli altri da Laura Boldrini e Michela Murgia, per le interpretazioni «sessiste» del termine «donna»?
«Non potrò mai essere d’accordo con loro. Io sono dalla parte delle donne, non delle “sedicenti” femministe. Anzi, mi auguro che la festa della donna possa essere la “festa della liberazione” da questo genere di femministe» .
Sono due cose diverse?
«Le donne combattono per il merito, per la libertà, per il lavo[1]ro senza rinunciare alla famiglia. Murgia e Boldrini sono parolaie, convinte che il vero problema sia quello di farsi chiama[1]re “sindaca” o “assessora”. Solo chi ha molto tempo libero, ed è un professionista del femminismo, può pensare una cosa del genere » .
Dunque?
«La libertà delle donne passa dal l’autodeterminazione, cioè dalla capacità di essere indipendenti, anche economicamente. Più che una frase sul vocabolario, mi interessa fare qualcosa per garantire l’occupazione femminile, che in Italia è calata del doppio rispetto al resto d’Europa. Mi interessa dare alle madri la possibilità di conservare il posto di lavoro, mentre devono badare ai figli alle prese con la didattica a distanza. Questa è la differenza tra noi e la Boldrini».
Insomma, sta dicendo che le vere femministe stanno a destra?
«Sì, quella destra che è sempre stata tacciata di maschilismo, mentre alla prova dei fatti l’unico leader donna in Italia è Giorgia Meloni. Io, come lei, non chiedo concessioni agli uomini la mia posizione me la sono guadagnata con l’impegno quotidiano».
Quindi?
«Sono le donne di destra, e non gli uomini, ad avere le palle. Le donne di sinistra? Al massimo hanno delle palline… Sono ancora lì ad aspettare che i capicorrente elargiscano posti da ministro o da sottosegretario. Non si comportano da protagoniste » .
Non ha gradito il primo dpcm targato Draghi?
«A un anno dallo scoppio del[1]l’emergenza, insistere con i dpcm non è accettabile. Sono in totale continuità con il governo Conte. In Parlamento lo criticavamo quasi tutti: oggi il silenzio assordante di certi ministri mi colpisce molto».
Lei avrebbe tenuto gli studenti a scuola?
«Nessuno ne parla, ma questo virus ha devastato la vita dei ragazzi. Stiamo bruciando un’intera generazione, che non ha più rapporti sociali. Questo aspetto è stato molto trascurato. Dobbiamo già fare i conti con il crollo della natalità: di questo passo, questa nazione non avrà futuro» .
D’altronde, i numeri sono quelli che sono…
«Hanno avuto un anno di tempo per prepararsi e organizzare le scuole. Perché non ci sono gli scanner fuori dagli istituti, al posto dei banchi a rotelle? Perché non sono stati organizzati nuovi spazi per avere classi più ampie? » .
Ma all’estero hanno gli stessi problemi .
«No, il nostro è il Paese che ha chiuso prima e più a lungo le scuole rispetto ad altri. La verità? Ci dicono che i clandestini sono bravi e buoni, mentre i nostri ragazzi sono considerati untori, solo perché la sera vanno a prendersi lo spritz».
Gli esperti del Comitato tecnico scientifico tornano a chiedere un lockdown duro, dati alla mano.
«Sui dati manca ancora trasparenza: siamo stati noi di Fdi a chiedere per primi la verità sui documenti secretati del Cts. E forse oggi sarebbe il caso di rivedere la composizione di questo comitato scientifico: vorrei ci siano più medici ospedalieri, e meno accademici dal curriculum claudicante…».
Arriveranno i «sostegni» a chi è in difficoltà?
«Vedremo, Il Parlamento a dicembre ha votato uno scosta[1]mento di bilancio pari a 32 miliardi di aiuti per tutte le categorie. Oggi siamo a marzo, questi soldi non sono finiti nelle tasche né delle famiglie, né dei commercianti, né dei ristoratori. E meno male che il fattore tempo era fondamentale».
Cioè?
«Ci era stato detto che votare era impossibile, che avremmo perso tempo prezioso. Con tutto il rispetto, non ho ancora perdonato al presidente della Repubblica la scelta di evitare le elezioni: è una ferita inferta alla democrazia».
Da imprenditrice, qual è la sua prima opinione su Mario Draghi?
«Solo un cretino non capirebbe che tra Draghi e Conte c’è un mondo. Se Draghi è Maradona, Conte è un panchinaro da serie C».
Dunque?
«Noi la fiducia non l’abbi a m o negata a Draghi, ma al suo governo. Alla linea di Speranza alla Salute, Di Maio agli Esteri, Lamorgese agli Interni».
Eppure il piglio decisionista del premier si è già intravisto, o no?
«Una vera decisione “sovranista” è stata quella di bloccare l’esportazione del vaccino verso l’Australia. E grazie a Dio ci ha liberato di Arcuri. Quando si va nella direzione giusta, non abbiamo problemi ad appoggiare le scelte del premier.
Più che opposizione, la nostra è una “posizione” patriottica di libertà». Ha fatto bene Zingaretti a dimettersi da segretario Pd?
«Avrei preferito si fosse dimesso da presidente della Regione Lazio, dopo i disastri che ha combinato sulle mascherine. Per il resto, per me è abbastanza ininfluente » .
Ma non è strano che il Pd, il cosiddetto partito «delle istituzioni», finisca nel caos proprio adesso che abbiamo un governo « istituzionale»?
«Non ho mai creduto alla storia del Pd come “partito della responsabilità”, e i fatti di questi giorni lo dimostrano. L’unico lo[1]ro collante erano le poltrone. Dovrebbero spiegare ai loro elettori come mai hanno difeso fino all’ultimo Conte, per poi consegnarsi a Draghi. Avevano detto “mai con i 5 stelle”, e poi si sono alleati con i 5 stelle. Avevano detto mai con la Lega, e oggi governano anche con Forza Italia».
È per questo che Fdi vola nei sondaggi?
«La politica ci ha abituato a cambiamenti pazzeschi e repentini. Noi abbiamo conservato la nostra coerenza, anche quando magari poteva non esse[1]re conveniente. Ma non potremmo fare altrimenti.
Come potrebbe Fdi, che chiede uno shock fiscale, convivere con i fan della patrimoniale?
Siamo per il blocco navale: come potremmo convivere con i partiti dei porti aperti?» .
Con il Partito democratico e i 5 stelle in crisi, l’assetto del governo si sposta a destra?
«No, la politica si fa con i numeri, e il Parlamento è quello del 2018. Resta un governo a trazione di centrosinistra».
Che effetto le fa Salvini europista?
«Rispetto le scelte di tutti. Abbiamo punti di vista diversi, come accaduto altre volte in passato. Ma continuiamo a governare insieme in tante regioni e insieme ci ripresenteremo alle DANIELA SANTANCHÈ prossime elezioni. Resta il fatto che in questo momento Fratelli d’Italia è l’unica voce libera del centrodestra: abbiamo facoltà di criticare Draghi quando pensiamo sia giusto. E la nostra posizione libera aiuta tutta la coalizione» .
Sarà lei il prossimo presidente della Vigilanza Rai?
«Per prassi le commissioni di Vigilanza sono sempre state affidate all’opposizione. Se così non fosse, sarebbe un grave precedente: gli italiani sarebbero ancora certi di vivere in una democrazia? Mi auguro che, se venissero negati i diritti dell’opposizione, il Quirinale possa scendere in campo, esercitando la sua moral suasion. Non è possibile che solo per Fratelli d’Italia non valga il principio del pluralismo, ma solo, come si vede in questi giorni, la macchina del fango».
Si riferisce alle insinuazioni del quotidiano La Repubblica, per cui il suo partito avrebbe fatto affari con i rom in una campagna elettorale di otto anni fa? (In base alle dichiarazioni di un pentito che ha poi smentito tutto, ndr)
«Balle gigantesche, ed è curioso che escano oggi, con Fdi al 18%. I “compagni” di sinistra non cambieranno mai. Se non possono battere l’avversario nelle urne, gettano fango per via giudiziaria. In Italia quando emerge politicamente un uomo forte, si cerca sempre di affossarlo per vie traverse: adesso tocca alla donna forte. Dopo gli insulti sessisti, qualcuno vorrebbe vedere Giorgia Meloni dietro le sbarre. Prepariamoci a combattere »
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