L’ex assessore regionale della Campania Ugo De Flaviis, accusato di disastro colposo per l’alluvione che nel 2007 ha interessato parte della provincia di Salerno, assolto dopo 14 anni di processo, evidenzia come nessuno potrà mai risarcirlo per quanto ha subito.
Dopo 14 anni di lungo calvario giudiziario è stato assolto, ma chi la risarcirà?
«Ritengo che nessuno possa farlo. Mi risarcisce l’affetto delle persone, il fatto che alla fine sia venuta fuori la verità e la speranza che chi ha causato tutto ciò possa provare un po' di vergogna».
Quale è stata la cosa peggiore in questi anni?
«Facendo il libero professionista, avere un carico pendente non è bello. Mi dava, poi, molto fastidio che quando usciva la notizia sui giornali si parlava di alluvione di Sarno e la gente quindi confondeva la tragedia del ’98 con questa stupidaggine a confronto del 2007, che in sostanza fu poco più di un allagamento di qualche cantina e quindi nulla di trascendentale. Là c’era solo la volontà della Procura di Nocera di drammatizzare un piccolo evento che si è verificato, facendo così nascere un caso politico, come d’altronde è stato fatto, con un processo durato ben 14 anni».
Dopo il clamore mediatico tutti le sono stati vicini?
«Le persone con le quali mi relaziono, sia per amicizia, compreso qualche vecchio amico politico, sia per rapporti professionali, mi sono state vicinissime. Il resto non m’interessa molto».
Secondo lei, servirebbe una riforma per evitare i cosiddetti processi mediatici?
«Assolutamente! Il vero problema non sono i processi perché la macchina della giustizia comunque funziona e la stragrande maggioranza dei magistrati, come ha dimostrato la dottoressa Montone, sono persone serie. Al contrario, quando si monta la gogna mediatica il processo finisce o meglio ancora non inizia neanche perché viene fatto sui giornali, mentre in realtà si tratta di un accertamento».
Considerando quanto ha subito, quanto serve una riforma per ridurre il potere delle Procure?
«Il problema non è il potere delle Procure, perché anche in questo caso il 90 per cento di loro fa il suo dovere, anche con tante difficoltà di personale, di mezzi. Il problema, invece, è che c’è sempre qualche cialtrone che cerca la ribalta mediatica, macchiando un’intera categoria. Bisognerebbe, quindi, evitare le conferenze stampa e tutta una serie di provvedimenti. C’è, poi, il problema della responsabilità civile dei magistrati che va affrontato con serietà, pur senza punire nessuno».
Sosterrà il referendum proposto da Lega e Radicali?
«Preferisco pensare solo ai Radicali, ma l’ho firmato già».
Molto clamore sta riscuotendo la vicenda Palamara. Secondo lei esiste “il Sistema”?
«C’è una grande ipocrisia di fondo perché Palamara ha detto pubblicamente quello che in realtà si sapeva da trenta anni. C’è da dire, però, che ha avuto il coraggio di farlo, mettendolo tra virgolette».
Nonostante ciò, però, gli hanno chiesto un milione di euro per danni all’immagine dello Stato…
«E’ la dimostrazione di chi continua a essere senza vergogna. Pur se nel resto del mondo il vento sta cambiando, solo in Italia lo fa nella direzione opposta. Serve ritrovare quel buon senso, che ha sempre caratterizzato il nostro Paese. Avevamo la Costituzione più bella del mondo, che nei fatti è stata strappata da personaggi come Di Pietro e da tanti anni di lotta inconcludente tra politica e magistratura. Bisogna tornare semplicemente alla Costituzione».
E' un liberale, ha pensato di prendersi la sua rivincita, magari alle prossime regionali?
«Onestamente no. Attività politica, nel senso elettorale, non ne faccio dal 2015. Mi dedico, invece, alla fondazione Einaudi. Spero di poter vedere la nascita di un soggetto liberale. In tal senso, sarò pronto a dare una mano».
Il premier Draghi può essere il leader di quest’area?
«E’ certamente un punto di riferimento per il coraggio con cui fa le cose e la sua determinazione. Il problema sono i principi. In Europa c’è un grande ritorno del liberalismo. Il gruppo dei liberali al Parlamento Europeo ha oltre 100 esponenti. Siamo l’unico Paese d’Europa che non riesce a esprimere un soggetto che abbia autenticamente questa cultura. Detto ciò, continueremo a lavorare in tal senso».
Si avvicinano nuove elezioni, non ha mai neanche ipotizzato un nuovo impegno in politica?
«Sono sincero, non ho quest’ansia. Mi piace molto la vita che faccio. Sono il presidente di una fondazione storica, sono il presidente di un’associazione forense. Diciamo faccio diverse cose. Non ho, pertanto, nostalgia della politica attiva».
A Napoli ci saranno le amministrative. Che ne pensa del ritorno del suo amico Bassolino?
«Bassolino la sua rivincita se l’è presa con le assoluzioni, avendone avute ben 19. Quello che accaduto a me sembra quasi un banale raffreddore rispetto a quanto ha dovuto patire lui. Il problema non è la persona, a cui voglio molto bene, ma la capacità di governare la città su cui, a mio parere, bisogna ragionarci. Non è ancora chiaro, infatti, il quadro napoletano».
Di Edoardo Sirignano
Comments