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De Santis ammette di aver assunto gli esterni a RaiUno per Salvini, i dem scrivono all’Ue



Ecco, arrivati a questo punto la situazione non è seria, ma drammatica. Perché nemmeno Bruno Vespa, ai tempi d’oro della Dc e del Psi, era arrivato a tanto. Quando il conduttore di Porta a porta parlò del “parlamento come editore di riferimento” venne subissato d’insulti. Però aveva ragione. E quell’editore, almeno, sosteneva la logica della lottizzazione, che non era il male assoluto ma una mezzo necessario. Uno strumento attraverso il quale venivano rispettate le quote politiche, le gerarchie professionali, soprattutto quelle interne, le professionalità. L’avvento della Lega, con la spalla grillina, ha annullato tutto ciò. Oggi c0è solo l’occupazione militare della Rai, peggio e più di quanto possa aver fatto mai Matteo Renzi durante l’epoca renziana. Anzi viene quasi da rimpiangere il renzismo. Nel corso della presentazione estiva dei palinsesti Rai, anticipati da una polemica ormai nota come la “salvinizzazione di UnoMattina" per l'annuncio di Roberto Poletti, biografo ufficiale del leader della Lega, , alla conduzione del programma, c'è stata un’uscita di Teresa De Santis, la direttrice di Rai Uno passata dal Manifesto al Carroccio, che non tutti hanno colto al volo, pur essendo di una gravità inaudita. La direttrice, indicata dalla Lega e in aperta rotta di collisione con l’amministratore delegato, Fabrizio Salini, ha dichiarato: "Sembrerei una pazza se oggi tentassi di negare che la Rai ha un editore che fa capo il Governo". Non male, considerando che Lega e M5S hanno fatto la loro prima storica campagna elettorale chiedendo a gran voce di tenere i partiti politici lontano dalla Rai. E poi ancora: "Sullo sfondo ha delle logiche che riportano a degli schieramenti politici. Il servizio pubblico è fatto di addizioni, moltiplicazioni, di ogni possibile istanza politico-culturale di questo Paese. Lo ha sempre fatto nella sua storia, continuiamo a farlo senza problema". In un Paese normale, ma lo siamo ancora?, ci sarebbe da invocare i caschi blu dell’Onu. In questo scenario, ovviamente, c'è chi non ci sta, considerando quelle dichiarazioni una violazione delle regole del gioco, essendo la Rai Servizio pubblico e non una cosa privata di qualcun. Fra questi Michele Anzaldi, deputato del Partito Democratico e segretario della Commissione Vigilanza: “La De Santis ha apertamente teorizzato la lottizzazione politica, ha addirittura detto che il suo editore è il governo”. L’esponente dem chiama in causa l'Ebu, l'ente europeo che riunisce i servizi pubblici radiotelevisivi oltre a sollecitare gli interventi della stessa Commissione Vigilanza, della Corte dei Conti e dell'AgCom. “Scriverò all’Ebu, l’ente europeo che riunisce i servizi pubblici radiotelevisivi, per chiedere se le dichiarazioni della direttrice di Rai Uno Teresa De Santis che confessa l’occupazione politica della Rai siano compatibili con un’emittente pagata dai soldi di tutti i cittadini italiani. De Santis ha apertamente teorizzato la lottizzazione politica, ha addirittura detto che il suo editore è il governo, ha confessato di aver effettuato assunzioni in base alle idee politiche per conduttori di informazione, figure che devono essere imparziali e non possono essere paragonabili a opinionisti. Ecco il video. Assunzioni esterne, quindi con aggravio di costi per i cittadini, senza che sia stato effettuato nessun concorso, senza verificare se all’interno ci fossero professionalità superiori o equivalenti. De Santis conferma l’occupazione selvaggia della Rai da parte di Salvini e Di Maio, a spese degli italiani. E’ evidente che siamo di fronte ad una deriva gravissima, che supera addirittura l’editto di Bruno Vespa del ’92, quando disse che il suo editore di riferimento era la Dc. Mai si era arrivati a questo punto. Ci sono sentenze della Corte Costituzionale, in nessun modo messe in discussione dalla Riforma Renzi, che stabiliscono chiaramente che il Governo deve tenersi alla larga dalle decisioni della Rai. Su questo mi auguro che si esprimano al più presto, oltre all’Ebu, la commissione di Vigilanza, la Corte dei Conti, l’Agcom” . La speranza, arrivati a questo, è che la Commissione di Vigilanza e il consiglio di amministrazione della Rai, facciamo il loro lavoro e la smettano di fare i semplici spettatori. Come hanno già fatto con la vicenda del presidente Marcello Foa, seduto su due poltrone. Con l'ok del governo evidentemente….


di Alberto Milani

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