Tagliare gli stipendi di Bruno Vespa e Fabio Fazio? «È finita l'epoca in cui si può guadagnare nella Tv di stato 3/3,5 milioni all'anno. Credo che sia arrivato il momento di dare una sforbiciata agli stipendi dei politici ma anche di qualcuno, che non è politico, ma che sta dentro un'azienda di stato. Questo è un obiettivo di questa legislatura». A ribadirlo, guardo caso alla vigilia di Sanremo, è il vicepremier del movimento 5 stelle Luigi Di Maio, parlando a Pomigliano D'Arco. Un impegno che i grillini danno l’impressione di voler mantenere. Sarà per questa ragione allora se Fabio Fazio domenica sera, intervistando il direttore artistico e conduttore del festival Claudio Baglioni si è lasciato sfuggire – oppure lo ha fatto scientemente – una battuta folgorante «sto pensando di espatriare». Ovviamente la rete è impazzita e su Twitter è partito di tutto, da «ti paghiamo noi il biglietto» a viaggio di sola andata al velenoso «sì ma con un barcone», alludendo agli immigrati e alla sua strenua difesa di coloro che erano a bordo della Sea Watch. Copione noto ma il fatto che Fazio allora alla resa e Di Maio sono elementi distinti fra loro.
E la conferma arriva come sempre dagli ascolti di domenica 3 febbraio. Su Rai1 Che Tempo Che Fa ha conquistato 3.587.000 spettatori pari al 13.7% di share mentre – dalle 22.42 alle 0.01 - Che Tempo Che Fa – Il Tavolo ha interessato 2.197.000 spettatori pari al 12.4% di share. Su Canale 5 la terza puntata de L’Isola dei Famosi, l’edizione peggiore di tutta la sua storia che ti viene voglia di lasciare i protagonisti sull’isola ma per sempre, 14 ha raccolto davanti al video 2.748.000 spettatori pari al 14.8% di share. Ecco a questo punto meglio espatriare, magari verso nuove terre, visto che Fazio ha lavorato sempre e solo nel servizio pubblico, dunque con tutte le garanzie. Magari poi rispetto a quanto vanno sostenendo i grillini sui compensi in Rai bene mettere nel mirino Fazio è Vespa, ma con tutti gli altri strapagati come la mettiamo? Perché in Rai di gente che guadagna cifre nettamente al di sopra del proprio valore è pieno. E quelli davvero bravi invece vengono penalizzati, forse perché non hanno padrini, o padroni, politici. Martedì intanto inizia il festival, la finzione della festa della musica essendo solo la fiera degli affari, leciti e non come confermano le polemiche di questi giorni sui conflitti d’interessi. Con Baglioni che trema per le troppe trame e la Rai che balla da sola in preda alle convulsioni, sapendo che il gioco è in mano ad un direttore di rete non all’altezza della situazione con gli squali pronti a colpire. Si, ci sarà da divertirsi…
di Alberto Milani
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