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Dj Fabo, la Consulta chiede al Parlamento una legge sul fine vita


La Corte Costituzionale sospende il giudizio sul caso dell’aiuto al suicidio assistito da parte del radicale Marco Cappato al Dj Fabo, in attesa che il Parlamento, entro un anno, approvi una legge sul fine vita. La vicenda arrivata alla Consulta, e quella di Fabiano Antoniani, il disc jockey noto come dj Fabo, che a causa di un incidente divenne tetraplegico, cieco e non più autosufficiente. A febbraio dello scorso anno decise di ricorrere al suicidio assistito. Marco Cappato, esponente dei Radicali e dell'associazione Luca Coscioni, lo accompagnò in una clinica svizzera e poi si autodenunciò. La Corte Costituzionale nel rinvio del pronunciamento al 24 settembre 2019, spiega in un comunicato che c’è un vuoto legislativo da colmare.

«L'attuale assetto normativo concernente il fine vita», scrivono i giudici, «lascia prive di adeguata tutela determinate situazioni costituzionalmente meritevoli di protezione e da bilanciare con altri beni costituzionalmente rilevanti». Resta ovviamente sospeso il processo nei confronti di Marco Cappato di fronte alla corte d'assise di Milano, che aveva inviato gli atti alla Consulta. «La Corte ha riconosciuto le nostre ragioni», ha affermato Marco Cappato dopo la sentenza. «Ora il Parlamento ha la strada spianata per affrontare finalmente il tema, e per discutere la nostra proposta di legge di iniziativa popolare per l'eutanasia legale, come sta accadendo nel Parlamento spagnolo».

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