Domenico Scilipoti, già senatore di Forza Italia e primo dei non eletti in Puglia
Matteo Renzi continua a minacciare l'uscita del Governo di Italia Viva, il presidente del Consiglio sembra invocare aiuti "esterni". Il segretario dell'Udc Lorenzo Cesa ha appena escluso l'eventualità di un soccorso al Governo da parte del suo partito. Dove va a parare il teatrino in corso?
"La politica è fatta di dialogo, di confronto e, anche, per affrontare i momenti più difficili. Se Cesa ha detto questo, avrà avuto le sue motivazioni".
Che cosa si dovrebbe fare allora?
"Se ci fossero i numeri, per governare e affrontare seriamente i problemi, che ci assillano, sarebbe la conclusione migliore, ma non può essere una soluzione precaria, non è proprio il momento... Insomma, per essere chiari, non può essere la scelta autonoma di uno o due parlamentari. Occorrono scelte di ampio respiro, coraggiose e non banali".
E quindi?
"Le dico due cose, che potrebbero far quadrare il cerchio e farci uscire dal guado".
Partiamo dalla prima?
"Vede, non è questo il momento di agire per slogan, interessi particolari ideologie, lanci e rilanci. Prima che a se stessi, alle elezioni che verranno, ai partiti o ai movimenti come bottega da difendere e ristrutturare al meglio, bisognerebbe pensare, e in questo momento diventa un obbligo, agli interessi del proprio Paese".
La seconda cosa è strettamente legata alla prima?
Sì. Per il superiore interesse del Paese, bisognerebbe raggiungere numeri solidi e un accordo pieno su un programma, che possa risolvere le grandi questioni, che angosciano gli italiani. Penso a una grande e straordinaria unione di tutte le forze, che sono in Parlamento. Rinunciando tutti a qualcosa, per il bene comune. Un governo di unità nazionale, un governo del "tutti dentro". Solo, e per niente altro, che per l'Italia. Sarebbe bello, sarebbe giusto".
di Antonello Sette
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