Ad inizio anno l’Istat fa il bilancio di quanto è costato alle famiglie il balletto del governo con la Commissione europea sulla manovra economica. Il braccio di ferro sul target del deficit da indicare nella legge di bilancio, non è stato indolore per gli italiani. La lunga trattativa a colpi di minacce, impuntature per poi ripiegare al tetto indicato da Bruxelles di un deficit al 2,04% ha significato per il terzo trimestre del 2018, una spesa per interesse di 1,7miliardi rispetto all’anno prima. Aumenta la pressione fiscale e cala il potere d’acquisto delle famiglie. La svolta promessa dal governo del Cambiamento, se c’è stata è di segno negativo.
È questo lo scenario che emerge dal rapporto Istat. Si legge che l'aumento dell'avanzo primario è stato quasi completamente bilanciato dalla crescita della spesa per interessi (salita di circa 1,7 miliardi rispetto al terzo trimestre 2017). Cioè il miglioramento dell’avanzo primario se l’è mangiato lo spread.
Gli altri indicatori hanno un andamento da prefisso telefonico. Il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è aumentato dello 0,1% rispetto al trimestre precedente, mentre i consumi sono cresciuti dello 0,3%. Di conseguenza, la propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è stata pari all'8,3%, in diminuzione di 0,2 punti percentuali rispetto al trimestre precedente, dice l'Istituto. Che aggiunge l'annotazione su come, a fronte di una variazione dello 0,3% del deflatore implicito dei consumi (misura dell'andamento dei prezzi), il potere d'acquisto delle famiglie consumatrici è diminuito dello 0,2% rispetto al trimestre precedente.
La pressione fiscale continua a salire, anche se di poco, nonostante le promesse di tagli alle tasse come strumento per far ripartire i consumi. L’Istat mette in evidenza che nel terzo trimestre del 2018 la pressione fiscale è stata pari al 40,4%, in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Il rapporto deficit Pil è in leggero miglioramento (all’1,7%) rispetto all'1,8% del terzo trimestre 2017. Il saldo primario delle amministrazioni pubbliche (indebitamento al netto degli interessi passivi) è risultato positivo, con un'incidenza sul Pil in crescita al 2% a fronte dell'1,6% nel terzo trimestre del 2017.
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