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Dopo la bocciatura lo stallo: Marcello Foa non lascia il Cda Rai: «In attesa decisone azionista»



Il caos dopo la tempesta. Non sembra esserci tregua in casa Rai all'indomani della bocciatura della Commissione di Vigilanza sulla nomina governativa del consigliere e presidente Marcello Foa. Una impasse che sembra destinata a perdurare, vista l'intenzione, già ribadita ieri dell'ex direttore del Giornale, di non voler ritirare la propria candidatura, avendo rimesso la decisione nelle mani dell'azionista.


Secondo la pressi, in mancanza di un presidente eletto, la governance nel Cda dell'azienda della pubblica informazione spetta al consigliere anziano, Marcello Foa per l'appunto, ma prima il consigliere sponda Pd Rita Borioni e in seguito il segretario dem della Commissione di Vigilanza Rai Michele Anzaldi hanno posto il veto sull'allievo di Indro Montanelli, perché a loro giudizio incompatibile anche col ruolo di presidente vicario, in quanto espressamente bocciato dalla Vigilanza proprio per quel ruolo e quindi delegittimato proprio dall'organo predisposto a ratificarne la nomina.


Insomma un caos senza precedenti che sarà difficile da sbrigliare, in primis per l'assenza di un nome condiviso e per la ferma volontà dell'asse governativo, soprattutto dalle parti della Lega, di voler confermare Foa. Il caso, che ha probabilmente già sancito la rottura dell'alleanza nel centrodestra, dopo gli stracci volati, più o meno privatamente, tra Matteo Salvini e il leader forzista Silvio Berlusconi, sembra dunque destinato a protrarsi sino a una nuova votazione della Commissione di Vigilanza presieduta dal neo presidente Alberto Barachini. In quella circostanza potrebbero verificarsi soltanto due ipotesi per sbloccare lo stallo: una prima in cui la mediazione di Giorgetti e altri elementi di raccordo tra Lega e Forza Italia potrebbero riuscire a far cambiare idea ai vertici azzurri che, dando il proprio assenso al nome di Foa ne sancirebbero l'elezione, in alternativa andrà trovato un nome condiviso sia dalle forze governative, come già preannunciato da Di Maio, che dovrà emergere in sede di consiglio proprio dal Cda Rai, sia dalle forze d'opposizione.


Nel frattempo, probabilmente rinfrancato dal suo sponsor principale, il vicepremier e capo del Viminale, Marcello Foa non molla la presa e torna a ribadire di essere in attesa di una soluzione che parta dall'azionista stesso: «Oggi ho informato i miei colleghi del consiglio di amministrazione che sono ancora in attesa di indicazioni dell'azionista e che nel frattempo continuerò, nel pieno rispetto di leggi e regolamenti, a coordinare i lavori del cda come consigliere anziano, nell'esclusivo interesse del buon funzionamento della Rai».


Dimesso dall'ospedale milanese San Raffaele, dove è stato ricoverato per controlli routinari, il Cav ed ex premier Silvio Berlusconi è tornato a parlare dell'ipotetica rottura con lo storico alleato di Pontida, cercando questa volta, almeno mediaticamente, di stemperare i toni dello scontro: «Il centro destra è ineliminabile in Italia e quindi dobbiamo sempre andare d'accordo». Questo il sintetico quanto efficace messaggio del fondatore di Forza Italia, conscio che una separazione con la Lega, nel suo momento di massimo splendore, rischierebbe di trasformarsi un clamoroso autogol, proprio ora che il polo moderato del centrodestra ha più bisogno di alleati solidi e leali.


Il clima infuocato di questi giorni sembra assolutamente in linea con la situazione in casa Rai, vedremo se la famosa mano dall'alto riuscirà a dirimere una situazione che si è fatta complicata e pesante o se il caso si trasformerà nell'infuocato tormentone estivo.

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