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Dottoressa muore di Tubercolosi a Napoli, ma nessun motivo di allarme

Contagiata da Tubercolosi, ieri sera all’ospedale San Paolo di Napoli è morta una dottoressa di 66 anni. Lavorava nel reparto di Medicina d’Urgenza.


La donna era a conoscenza della sua malattia già da un anno, e ha sempre lottato per sconfiggerla. La forma di tubercolosi da cui era stata colpita però, era una tra le più gravi, così ieri sera, la tragica notizia che ha scosso tutto l’ospedale, il quale ha perso un medico di gran valore, visti i tanti attestati che sta ricevendo la donna.


A dare la notizia è stata la direzione generale dell’Azienda sanitaria napoletana. Domani è fissato il giorno per l’insediamento della commissione di indagine per assicurarsi che siano stati seguiti tutti i protocolli. Il direttore dell’ospedale però si dice tranquillo rispetto alla paura di contagio che si è diffusa: «Non c’è alcun motivo di allarme», sono le sue parole.


Ma è davvero così? È necessario allarmarsi? Assolutamente no. Tutt’al più, ragionando sul lungo periodo e con dati alla mano, possiamo affermare che la malattia è drasticamente in calo. Basti pensare ai 12mila casi del 1955, fino ai 4mila del 2016. Ogni anno il numero dei pazienti cui viene diagnosticata la tubercolosi cala dell’1.8%. Per quanto riguarda i decessi sono poco più di 300 all’anno a fronte dei 4mila malati totali.


Ovviamente poi, c’è sempre chi fa allarmismo quando si parla di immigrazione, ma può una rondine far primavera? No, tranquilli. A rassicurarci è stato proprio il presidente della Società italiana di medicina delle migrazioni Maurizio Marecca, il quale ha voluto spiegare ai giornalisti dell’Ansa che «In Italia non abbiamo alcun allarme tubercolosi legato agli immigrati», ha poi aggiunto, «si rischia di creare allarme, anche laddove un allarme non esiste. Intervenendo con affermazioni poco scientifiche».


Di Ilaria Proietti Mercuri

20 Ottobre 2018

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