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Due casi di colera a Napoli: ricoverati mamma e figlio, polemica sul titolo del quotidiano “Libero”



Una madre e suo figlio originari del sud-est asiatico sono stati ricoverati all’ospedale Cotugno di Napoli con la diagnosi di colera, malattia infettiva che causa diarrea e può essere trasmessa per ingestione di acqua o alimenti contaminati dal batterio, oppure per via diretta in condizioni igienico sanitarie precarie. Il ricovero è avvenuto ieri, mercoledì 3 ottobre, e poche ore dopo i medici del Cotugno hanno dichiarato: «La situazione è sotto controllo». Alle loro parole si sono aggiunte quelle dell’Istituto superiore della sanità che assicura: «Trattandosi di due casi di importazione il rischio di diffusione non c’è».


Nella giornata di oggi le condizioni dei due pazienti sono migliorate. I parenti sarebbero esclusi dal contagio, anche se restano sotto osservazione per ulteriori accertamenti. Il direttore scientifico dell’Istituto nazionale malattie infettive Spallanzani di Roma, Giuseppe Ippolito, ha fatto sapere in un comunicato che: «I casi sono sotto controllo. La presenza di colera in paesi poveri è direttamente associata a un generale stato di povertà e di degrado con carenza di acqua potabile e inadeguate condizioni sanitarie. I due casi di colera in una donna e nel figlio di due anni rientrati da poco dal Bangladesh e attualmente ricoverati presso l’ospedale Cotugno di Napoli sono i primi dopo ben dieci anni, dal precedente di Milano del 2008».


Intanto ha scatenato una polemica il titolo di apertura del quotidiano Libero: «Torna il colera a Napoli» con l’occhiello: «Lo hanno portato gli immigrati». Lo scrittore Maurizio De Giovanni ha commentato così il titolo: «Auguro a Feltri di non ammalarsi a Napoli, ma di stare attento. Se io pensassi e scrivessi un titolo in prima pagina sul fatto che questa è una città in cui c’è il colera non ci verrei». Lo scrittore ha attaccato direttamente il direttore di Libero Vittorio Fletri, oggi in vista a Napoli, aggiungendo: «Mi auguro che ci sia un avvocato meridionale che prenda in mano la situazione e faccia causa a questo giornalaccio». Il titolo non è piaciuto neanche all’Ordine dei giornalisti della Campania. Il presidente Ottavio Lucarelli ha scritto su Facebook: «Questo è l’esempio di come non si fa giornalismo».


Di Giacomo Meingati

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