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Dylan Dog in un serial tv, Bonelli in una produzione internazionale




La più importante casa editrice italiana, Bonelli, quella di Tex per intenderci, l’unica ad avere un respiro internazionale di prestigio, al pari delle più rinomate francesi e americane, adesso sbarca in televisione con un prodotto video tratto da uno dei sui maggiori e più duraturi successi: Dylan Dog.


Una serie televisiva in dieci episodi che vedrà protagonisti in carne e ossa, e creature sovrannaturali, il mitico detective dell’incubo, indagatore dell’occulto nato all’inizio dei anni Novanta con le fattezze di Rupert Everett e il suo fido aiutante Groucho, clone appunto, e spalla comica, dell’omonimo fratello Marx.


Dylan Dog, il cui più recente albo è stato affidato alla sapiente sceneggiatura di Dario Argento, è il personaggio “cult” con il quale l’editore vuole inaugurare le sue produzioni televisive adatte a un pubblico internazionale. A lui faranno seguito altri adattamenti seriali tratti da altri suoi fumetti, primo fra tutti questi altri progetti in via di sviluppo avanzato, c’è l’adattamento di Dragonero, già divenuto una serie animata per la Rai e la serie tratta dalla graphic novel “Il confine”, opzionata e realizzata dalla nota casa statunitense Lucky Red. Tutte queste produzioni televisive, coesisteranno in una specie di universo condiviso, stile Marvel, che consentirà ai personaggi di una serie di poter apparire in altre o dare vita ad ulteriori spin-off.


A occuparsi del progetto pilota sarà una divisione appositamente creata dalla casa editrice nostrana: la Bonelli Entertainment, che guiderà e seguirà passo dopo passo, le versioni su supporto magnetico dei propri titoli.


La Bonelli inoltre ha dichiarato che sono in corso riservatissime quanto importanti trattative con altri possibili partner italiani e stranieri, comprese alcune piattaforme di streaming a livello internazionale, per trovare produttori e investitori uniti in un’unica operazione sinergica.


In breve, tra poco, l’incubo e il gotico passerà dai fumetti stampati ai nostri schermi televisivi, in un unico mondo sempre più interlacciato dove tra i media esiste sempre meno separazione e differenza.



DPF

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