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Elementi cinematografici (la rubrica di Michele Lo Foco)


Dal momento che il cinema italiano attraversa il periodo più negativo degli ultimi anni, è il caso di esaminare rapidamente i singoli elementi del settore per verificare il grado di febbre che li pervade.

Regia: salvo i tre/quattro registi di nome e di nobiltà, tra i quali Pupi Avati è il più anziano, abbiamo uno zoccolo duro di professionisti della commedia, sempre meno fortunati nelle scelte, ed ormai standardizzati su attori e situazioni che non promettono novità. Anche in questo comparto i francesi, con tematiche nuove ed attori bravi, ci hanno surclassato. Non abbiamo più registi capaci di erotismo né, come una volta, di genere.

Attori: il buio assoluto. Salvo una specie di compagnia di giro ad orientamento PD, nessuno supera le Alpi. Basta un film decoroso per far crescere a dismisura le quotazioni e sono tutti, ormai, caratteristi. Se c’è bisogno di nudo c’è ancora la Gerini e appena arrivata la Leoni, se c’è bisogno di un uomo uomo ecco Favino utilizzato sempre quasi fuori contesto, se c’è bisogno di giovani c’è ancora Scamarcio o qualcuno con la barbetta, per cercare di far ridere ancora De Sica , incredibilmente, o coloro che si credono comici, Lillo e Greg, Brignano etc.

In definitiva un parterre disastroso.

Distributori: questa nobile categoria è praticamente sparita. Ovviamente gli americani, le major, spadroneggiano. La Rai annaspa in un ruolo che non dovrebbe esercitare; qualche vecchio pilastro, Lucky Red, I.I.F., continua a sopravvivere aggrappandosi a RAI o a qualche piattaforma, la De Crescenzo bella e tenace, resiste combattendo, Medusa e Eagle sono attaccate alla gonna Mediaset. Gli altri sono nani e ballerine.

Produttori: si salvano quelli politicizzati, quelli che hanno legato la loro sorte alla RAI, quelli acquistati da fondi o gruppi esteri. Non rischia più nessuno ed i grandi di una volta, De Micheli, Cristaldi, Lucisano, Bertolucci, sono una razza che non ha eredi immediati.

Autori: c’erano e non ci sono più.

E’ rimasto qualche scrittore di nome, ma il dono della parola parlata, del dialogo intelligente, della scena indimenticabile non si trova più. E’ il peggior difetto del nostro cinema quello di non avere più autori, ma solo mestieranti capaci di scrivere sceneggiature inutili.

In questo deserto, ovviamente ogni tanto cresce una margherita, ma non fa in tempo ad invecchiare e l’unica consolazione rimane il nostro glorioso passato, quello dei Visconti, dei Brass, dei Comencini, dei Risi, dei Monicelli, dei loro autori e dei loro attori. Conserviamone il ricordo per valutare il nostro presente.


Di Michele Lo Foco.

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