Senatrice Fattori, vade retro monnezza romana verrebbe da dire, dopo che Il governo ha dato il via libera alla costruzione di un inceneritore. Mi giunge voce che lei, e non solo lei, è contraria…
Con il decreto, approvato l’altro ieri dal Consiglio dei Ministri, si danno poteri pieni e speciali al Sindaco di Roma Roberto Gualtieri per la costruzione di un inceneritore.
Bypassando la competenza regionale…
Non solo bypassandola, ma contraddicendola in toto.
Dove è la contraddizione?
Il piano della Regione Lazio sui rifiuti prevedeva la raccolta differenziata spinta con la riduzione dei rifiuti alla fonte e nessun nuovo inceneritore. In linea con le direttive europee, che ci chiedono di limitare quanto più possibile l’incenerimento e, soprattutto, di potenziare al massimo la raccolta differenziata, prima di pensare eventualmente a un inceneritore, che dovrebbe bruciare solo una piccolissima parte dei rifiuti.
Quindi, per restare in tema, il Governo, secondo lei, ha giocato sporco?
Un colpo di mano con la scusa della guerra e del Giubileo. Una finta soluzione che non risolve nulla.
A prescindere dalla sconfessione del Presidente della Regione Lazio Zingaretti, perché ce l’ha tanto con la decisione del Governo di dare carta bianca a Gualtieri per la costruzione di un inceneritore?
L’inceneritore romano, così come viene prospettato, è uno schiaffo all’Europa intera, che punta sempre più alla riduzione dei rifiuti, e al loro riuso, e sempre meno al ricorso agli inceneritori, che sono dannosi, insostenibili per l’ambiente e antieconomici, specie quando a bruciare non è una piccola parte della raccolta differenziata e ma le 600 mila tonnellate di rifiuti “tal quale” previste dal progetto scellerato del Sindaco di una città, la cui raccolta differenziata è ferma al palo. L’inceneritore di Gualtieri, più che a un termovalorizzatore, assomiglia all’incendio di Roma di Nerone. Un progetto beffa per chi si batte per il rispetto dell’ambiente e della salute dei cittadini. Un progetto, inquinante per le acque e per il suolo, che non condividiamo con nessun Paese europeo e che è in aperto contrasto con la strategia comunitaria di economia circolare. E, poi, è veramente curioso che, all’interno dello stesso partito, ci si delegittimi gli uni con gli altri. Non solo perché l’inceneritore verrebbe costruito non dentro ma fuori dal Comune di Roma, ma perché nel nuovo progetto il recupero e il riuso dei rifiuti diventano una variabile marginale e invisibile come un fantasma.
L’inceneritore extraurbano è tutta farina del sacco di Gualtieri?
No, perché chi ha dato l’ok a questa dissennata strategia sono Calenda e Salvini, che hanno così capovolto la sbandierata appartenenza della Giunta capitolina a una maggioranza progressista ed ecologista. La contrarietà a questo progetto di Sinistra Italiana, M5s, Cgil e di tutto i movimenti ecologisti mette in discussione la reale collocazione politica della Giunta che amministra la città di Roma.
di Antonello Sette
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