STEFANO BINI PER IL GIORNALE D'ITALIA
Piercamillo Falasca, coordinatore nazionale de L’Italia C’è, è un noto analista economico; inoltre, è stato consigliere economico al Ministero degli Esteri dal 2014 al 2018 e con lo stesso ruolo al Ministero per il Sud dal 2021 al 2022.
Quando e perché nasce la lista L’Italia C’è?
«L’Italia C’è - Lista Civica Nazionale è nata come presa di coscienza di tanta gente, impegnata nella politica territoriale, nel mondo del lavoro o nel terzo settore, che il nostro Paese è migliore di quello che lo stesso sistema dei partiti tradizionali vuol far credere. Siamo nati in un momento storico preciso, quello della ripresa economica e sociale dalla paralisi della pandemia. Prima dello scoppio della guerra in Ucraina e delle conseguenze drammatiche sul mercato dell’energia, l’Italia aveva ripreso a crescere, grazie a milioni di italiani che hanno saputo resistere e riprendersi. Questi italiani meritano una politica che parli la loro lingua: il pragmatismo civico e la voglia di modernizzare e innovare. C’è una grande voglia di amministratori locali, di liste civiche e di associazionismo che parla questa lingua meglio dei partiti, è lì che vogliamo costruire la nostra rete e la nostra futura classe dirigente.»
Non vi presenterete alle prossime elezioni per un fattore tempistico. Appoggerete un partito politico in particolare?
«Abbiamo tentato, nel poco tempo a disposizione, di mettere il nostro progetto a disposizione di chi non vuol lasciare l’Italia nelle mani di sovranisti e populisti. Abbiamo lanciato l’idea di una “Lista Civica Nazionale”, che mettesse insieme le migliori esperienze civiche che popolano le amministrazioni locali italiane e che rappresentano ormai l’ossatura del buon governo dei territori. Ma a volte le buone proposte innovative sono temute proprio dalle forze politiche con cui in teoria avremmo dovuto allearci. Forse hanno avuto paura che avessimo troppo successo. Chi appoggeremo ora? Ci riuniremo e decideremo se dare un’indicazione di voto ai tanti che hanno aderito e continuano ad aderire al nostro progetto.»
Tra di voi, anche Federico Pizzarotti, ex Movimento Cinque Stelle. Com’è nato questo sodalizio?
«Federico è l’emblema della buona amministrazione civica. E’ quello che prima di tutti ha capito e svelato il bluff del M5S. Da sindaco, ha saputo assumere scelte giuste anche quando apparivano impopolari, come la costruzione del termovalorizzatore di Parma. Con lui e con tanti altri amministratori in gamba continueremo a costruire il nostro progetto.»
Quanto bisogno c’è di fare da collante tra politica nazionale e territoriale?
«Moltissimo, perché oggi i partiti hanno smesso purtroppo di formare adeguatamente la classe dirigente politica, mentre a livello territoriale sorgono e si formano buone pratiche e ottime personalità di governo. Solo che lo scollamento tra centro e territori oggi è enorme, la distanza è aumentata come dimostrano le scelte compiute dai partiti nella formazione delle liste per le prossime elezioni. Interi territori non avranno propri rappresentanti. Chi ha voti e consenso proprio non viene candidato per paura di oscurare le segreterie nazionali. E’ accaduto con Federico Pizzarotti, ma non solo.»
In futuro, c’è l’idea di fondervi con altri partiti centristi?
«Prima di tutto, costruiamo la nostra casa. Non siamo e non ci sentiamo “centristi”. Preferiamo essere presto centrali, ma per esserlo dobbiamo prima compiere il nostro cammino. Inizieremo a ottobre 2022, saremo la forza civica che incalzerà da fuori sia la maggioranza che l’opposizione del prossimo Parlamento.»
Sondaggi alla mano, il centrodestra è vincente. Cosa ne pansa del tridente Berlusconi, Salvini e Meloni? Ci dia un aspetto positivo e uno negativo.
«L’aspetto positivo è che Giorgia Meloni sembra aver capito che per governare l’Italia bisogna tenerla saldamente sui binari dell’euro-atlantismo. L’aspetto negativo è la totale incapacità di Salvini di essere serio nelle proposte e nell’azione. Continua a illudere gli italiani che si possano concedere facili pensionamenti e riforme fiscali infattibili. Berlusconi farebbe meglio a godersi la vecchiaia e a occuparsi del Monza, che langue ultimo in classifica in Serie A, anziché ridicolizzare se stesso su Tik Tok.»
Economia nazionale e situazione russa, tra guerra di bombe e rincaro bollette. La posizione de L’Italia C’è?
«Riteniamo necessaria una robusta liberalizzazione della produzione di energia rinnovabile, diciamo Sì senza riservare alla costruzione di rigassificatori e alla ripresa dell’estrazione di gas nazionale, proponiamo l’azzeramento di qualsiasi aggravio fiscale sulle bollette dell’energia. Occorrono anche soluzioni innovative: teniamoci l’ora legale fino a dicembre, risparmieremmo circa un’ora di elettricità al giorno per 60 giorni, e favoriamo la riorganizzazione dei turni di lavoro delle imprese per risparmiare ore di energia. La guerra è un disastro per tutti, ma l’Ucraina ha il diritto di resistere e di esistere come qualsiasi Paese al mondo. Combattono per la loro e la nostra libertà presente e futura.»
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