STEFANO BINI PER IL GIORNALE D'ITALIA
Marco Rizzo, classe 1959, ha 3 figli. Nel 2009, diventa segretario del Partito Comunista e, dopo esperienze politiche e televisive come opinionista, si candida alle prossime elezioni nazionali con la lista Italia Sovrana e Popolare.
Quanta necessita di cambiamento c’è tra l’elettorato?
«C’è un grande distacco da quella che è la politica del palazzo. Le scelte di politica estera che ha preso il Governo, in questo caso all’unanimità, Dalla Meloni a Conte, da Letta a Salvini, hanno determinato la crisi dell’energia. Di conseguenza, il disastro economico e sociale che sta arrivando con le bollette a famiglie e imprese. Il paese la pensava diversamente! Italia Sovrana e Popolare la pensa diversamente e siamo l’unico vero voto anti sistema.»
Temi principali della sua lista?
«Sono tre. La critica durissima alla gestione della pandemia. Noi siamo contro l’obbligo vaccinale e il green pass. Poi ci sono i temi economici, dal punto di vista della società, siamo contro le privatizzazioni, per un nuovo ruolo dello Stato sulla vicenda pubblica, per cancellare tutte le norme del precariato, dalla Legge Fornero al Job Act. E poi ancora, la vicenda della guerra, ovvero siamo per l’uscita dalla Nato. Noi vogliamo un paese sovrano.»
Se fosse davanti ad una piazza gremite, cosa direbbe al popolo?
«Che guardino bene il nome del simbolo, perché è il nostro programma. Avere un’Italia sovrana vuol dire avere un paese con una titolarità, che possa decidere sulla politica economica senza dipendere da Bruxelles o da Washington. Vogliamo commerciare con tutto il mondo. I temi del lavoro devono essere al centro, dobbiamo lavorare tutti, meno ma soprattutto vivere meglio. Questo, per il lavoro dipendente e autonomo, cioè la spina dorsale della nazione.»
In quali collegi sarà candidato?
«Sarò capolista nel proporzionale a Torino, Milano, Bologna, le Marche e Livorno-Siena.»
Ci saranno risultati inaspettati?
«I sondaggi sono finti, fatti apposta per determinare un’influenza sulle votazioni. Noi siamo il voto anti sistema! La vera sfida è portare le persone a votare, solo a quel punto la lista potrà diventare un qualcosa di molto importante.»
Perché candidare Gina Lollobrigida?
«Abbiamo pensato a lei perché rappresenta, oltre che il cinema, un’immagine italiana nel mondo e la poliedricità della donna. Nessuno parlava di noi, è stato fatto a posta. La proporremo come senatrice a vita. Con lei, vogliamo parlare della cultura italiana. Abbiamo avuto citazioni su giornali internazionali.»
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