STEFANO BINI PER IL GIORNALE D'ITALIA
Stefania Craxi, da imprenditrice, si afferma nel campo della produzione televisiva in cui lavora fino al 2000. Nello stesso anno, morte del padre Bettino, lascia l’attività lavorativa per dedicarsi alla politica, che la porta ed essere eletta nel 2006 tra le fila di Forza Italia alla Camera dei deputati. Riconfermata nelle successive elezioni politiche, diventa nel 2008 sottosegretario agli Affari esteri nel Governo Berlusconi IV. Promotrice di numerose iniziative a sostegno di una riforma presidenziale delle Istituzioni repubblicane, con le elezioni del 4 marzo 2018 è eletta Senatore della Repubblica e, dal maggio 2022, presiede la Commissione Affari esteri e immigrazione.
Forza Italia si aggira intorno al 10%. Ci saranno sorprese positive?
«Forza Italia rappresenta uno spazio di libertà, un’area riformista e liberale unica e imprescindibile di cui ha bisogno il Paese e di cui si giova la coalizione di centrodestra. I cittadini, al di là di ogni retorica, sanno bene che il voto a FI non è un salto nel buio, non è un passo verso l’avventura. È un investimento in una forza tranquilla che ha sempre avuto alcune coordinate chiare. Dalle proposte internazionali ai temi economico-fiscali, passando per le questioni sociali o per quelle della giustizia, i cittadini sanno qual è la nostra posizione: atlantismo della ragione, europeismo programmatico e non ideologico, un fisco equo e sostenibile e una politica che sappia soccorrere i bisognosi senza dimenticare di sostenere i meritevoli. Lei parla di risultati inaspettati, ed io, invece, le dico che cresceremo ancora nel corso delle prossime settimane.»
Quanto conterà la massiccia discesa in campo di Silvio Berlusconi?
«Non c’è dubbio che avere un leader riconosciuto e riconoscibile, un leone pronto ancora una volta a combattere non è un elemento di poco conto. Per questo, giudico positiva la sua scelta di cimentarsi, ancora una volta, in una campagna elettorale difficile con lo spirito di chi è alla prima avventura. È un gesto di generosità, lo dico senza retorica e con la consapevolezza di chi sa cosa significa una campagna elettorale in termini di dispendio di energie psicofisiche. E poi, è indubbio che Berlusconi sappia parlare ad un certo elettorato come nessuno di noi sa fare.»
In questa campagna elettorale, su quali temi punterà?
«Per il ruolo che rivesto, per la mia storia e per il mio impegno politico, i temi internazionali hanno un ruolo preminente. Adotto la vecchia massima, tuttora attuale, di “pensare globale e agire locale”, anche perché, se parliamo, ad esempio, di emergenza energetica e di caro bollette, non possiamo non inserire alcune azioni necessarie che dovremo articolare in un contesto più ampio. Dobbiamo guardare al quadro internazionale e soprattutto all’area del Mediterraneo per assicurarci l’approvvigionamento di fonti energetiche di cui abbiamo bisogno, c’è la necessità di una transizione energetica che non sia ideologica nei tempi e nei modi e che tenga conto dei fattori economico-sociali. Si tratta, in quest’ultimo caso, di una battaglia che dovremo combattere all’interno dell’Unione per cambiare alcune regole esistenti.»
Come vive la candidatura nel collegio di Gela? Sappiamo che è particolarmente legata a quella terra.
«Considero un grande onore spendermi per la Sicilia, la terra in cui si ritrovano le radici della mia famiglia, l’isola che mi è cara e con la quale i legami sono antichi, rafforzatisi negli anni del mio impegno istituzionale. La Sicilia è culla della nostra civiltà, un ponte sul Mediterraneo, quindi un punto privilegiato per guardare al mondo e per la proiezione internazionale del nostro Paese. È una regione stupenda, una terra ricca, anche di contraddizioni, con tante problematiche che vanno aggredite. E, come sempre, farò una campagna elettorale seria, pancia a terra, come ho già dichiarato. Chi mi conosce sa che sono una donna dalle forti passioni, che non fa promesse ma che è capace di assumersi responsabilità verso le comunità. Non vado in Sicilia per farmi eleggere e poi sparire, se non altro perché già in passato, quando sono stata eletta altrove, mi sono occupata di piccoli e grandi problemi che riguardavano l’isola.»
Suo padre Bettino, come commenterebbe la politica contemporanea?
«Non faccio la veggente, ma di una cosa sono certa: direbbe che c’è bisogno della politica, poiché in questi anni abbiamo avuto un suo succedaneo di scarso interesse e di nessun rilievo. In tanti credevano che insieme alle ideologie del ’900 potesse andare in soffitta anche la politica, sostituita da quelle del mercato e della finanza che sottintendevano ad un certo globalismo. Non è così. Senza politica non c’è futuro per i popoli e per le Nazioni, non c’è futuro possibile per l’Europa e per l’intero Occidente.»
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