Catello Maresca era magistrato a Napoli. Poi si è messo in aspettativa per candidarsi a Sindaco di Napoli. Ora è Consigliere di minoranza al Comune di Napoli e, in contemporanea, è tornato magistrato, questa volta a Campobasso. Un uomo dello Stato double face, che si difende dalla critiche, in particolare dalle sue, dicendo “così fan tutti”. Onorevole Vito, che pasticcio è?
Non è sufficiente dire “così fan tutti” o “così hanno fatto tutti”, anche perché i precedenti, a cui fa riferimento Catello Maresca, riguardano piccoli Comuni, non la terza città d’Italia, quale è Napoli. Qui non siamo di fonte a un caso di porte girevoli fra politica e magistratura, ma a uno di porte spalancate e contigue, perché nello stesso tempo si fa il magistrato e il politico. E’ una situazione, sulla quale la stessa ministra Marta Cartabia si è ripromessa di intervenire. Comunque, lo voglio dire forte e chiaro, non è tanto il caso Maresca che mi preoccupa, quanto il caso Forza Italia.
In effetti, lo ricordo bene, il suo partito era sempre stato un accanito sostenitore della separazione delle carriere. In questo caso, più che di separazione delle carriere, si tratta di carriere miste politiche-giudiziarie. Come fa Forza Italia a tacere? A parte lei, ovviamente.
Il problema non sono io, che critico Forza Italia. Il problema è che Forza Italia non è più quella del 1994. Gli attuali dirigenti, napoletani e nazionali, hanno portato Forza Italia su una strada lontana da quella di Berlusconi. Lo ricordava giustamente lei. Forza Italia è nata per contrastare la commistione fra politica e magistratura, con l’annesso progetto della separazione delle carriere fra giudici e pubblici ministeri. Qui, invece, accettiamo carriere congiunte politico-magistratuali. Il caso Maresca lo ha creato Forza Italia. E’, quindi, il caso di Forza Italia. Se ci fosse ancora la Forza Italia del 1994, su una vicenda del genere avrebbe giustamente inscenato un fortissimo contrasto politico. Oggi, invece, abbiamo noi dato il là allo scoppio di un caso, che ha spaccato il Csm e anche suscitato le critiche del ministro Cartabia, con Forza Italia, che è costretta a difendere una situazione, che essa stessa ha contribuito a creare.
Ha letto l’articolo del Gip presso il Tribunale di Milano Guido Salvini che, riferendosi a un precedente scritto di Fabrizio Cicchitto, conferma l’esistenza, al tempo di Mani Pulite, di un Ufficio Gip unico, che faceva da contraltare alle iniziative e alle richieste dei pubblici ministeri milanesi? Prima ancora, c’erano state le rivelazioni shock dell’ex Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati Luca Palamara. Forza Italia anche su tutto questo continua sostanzialmente a tacere.
Forza Italia, all’inizio della sua azione politica, era un partito garantista. Un partito, che propugnava la giustizia giusta, la separazione fra politica e magistratura e quella delle carriere. Al punto in cui siamo, invece, non solo abbiamo smarrito la strada dei diritti civili, ma anche quella su cui Forza Italia e lo stesso Presidente Berlusconi hanno fatto anni di battaglie. Mi convinco, sempre di più, che non sono io a essere uscito dal coro, ma sono i dirigenti di Forza Italia ad averla fatta deviare da quella strada maestra, che le aveva assicurato l’amplissimo consenso degli italiani.
di Antonello Sette
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