Fiano, lei è il primo firmatario di una proposta di legge che vieta la propaganda fascista. Una proposta, che è tornata di stretta attualità dopo i recenti rigurgiti fascisti, che non hanno risparmiano neppure alcuni rappresentanti del Governo. E’ ipotizzabile che a sostenerla ci sia ora una larga maggioranza che dovrebbe comprendere tutte le forze politiche del Conte bis, compresi i prima recalcitranti grillini, con l’eventuale aggiunta di alcune personalità del mondo radicale cattolico e liberale…
La legge è stata già presentata nella scorsa legislatura ed è stata votata solo alla Camera, mentre al Senato avrebbero potuto incontrare delle difficoltà di fronte a una maggioranza risicata e ai tentennamenti dei seguaci di Angelino Alfano. In questa legislatura non l’abbiamo ancora ripresentata anche per una sensibilità nei confronti di quello che stava accadendo nel Paese con la pandemia. Ora, anche sulla base della grande partecipazione che c’è stata alla presentazione della legge, peraltro identica alla precedente, per iniziativa del Sindaco di Stazzema Maurizio Verona, in collaborazione con l’Anpi, pensiamo di voler lasciare il segno anche in questa legislatura ripresentando una legge di fondamentale importanza. La vasta maggioranza, a cui lei ha fatto cenno, che potrebbe, in ipotesi, votarla, è anche la mia speranza.
Casapound, Forza Nuova e gli omaggi al fascismo che si susseguono senza sosta, non sono anche il frutto di una sottovalutazione politica e dei buchi nella legislazione che garantiscono di fatto l’impunità agli apologeti del fascismo?
Separerei le due cose. Secondo me, sono il frutto della speculazione politica della destra parlamentare. Sia Fratelli d’Italia, sia una parte della Lega pensano che là ci possa essere un consenso. Non fanno gli schizzinosi. Li tengono ai margini, ma, come abbiamo visto in questi giorni a Milano con il candidato della Lega Massimiliano Bastoni, arrivano a prendersi i voti dei neonazisti di Lealtà Azione. Un movimento che si rifà all’ufficiale delle SS Léon Degrelle e al fondatore della Guardia di Ferro romena. Ideologia nazista pura. Alcuni di loro ci vanno d’accordo. Proprio oggi, in un articolo pubblicato su Repubblica Paolo Berizzi segnala che alla Festa nazionale di Casapound a Grosseto hanno partecipato alcuni esponenti della destra italiana. Io penso che sia un calcolo cinico sulla base del fatto che lì ci sono i voti. Per alcuni di loro è anche una questione di condivisione di quelle idee.
Resta l’altro problema della urgente necessità di una legge, visto che quella attuale di fatto assicura a questi signori l’impunità…
Non so se la legge che ho proposto sia da sola in grado di fermare tutti questi fermenti neofascisti. Una cosa, però, è certa. La legge Scelba del 1952, tuttora in vigore si limita a recepire la dodicesima disposizione transitoria della Costituzione, che vieta la riorganizzazione del disciolto partito fascista. Non è, quindi, in grado di punire coloro che si rifanno a quelle idee terribili, qualora il magistrato non riscontri una coerente volontà di dar vita alla vietata riorganizzazione del partito fascista. La formulazione della legge Scelba punisce solo chi ha intenzione di riorganizzare quel partito. Una possibilità rarissima. Certo è che di fronte ai militanti di Casapound che con molto orgoglio si definiscono i fascisti del terzo millennio a quelli di Forza Nuova, a loro volta fieramente fascisti, non si capisce perché dovremmo permettere che quelle idee vengano ancora propagandate e se ne fascia apologia. E’ evidente che c’è un deficit legislativo dovuto comprensibilmente a come fu improntata la Costituzione in quei tempi ormai lontani. Viviamo in un’epoca completamente diversa. Nessuno potrebbe, anche se lo volesse, riorganizzare il disciolto partito fascista, ma si può fare propaganda a favore di quel regime senza rischiare praticamente nulla.
Lei ha ricevuto delle minacce personali pesanti da chi osteggia la legge che vieta la propaganda fascista?
Sì. Tante e da tanti anni. Chi è un personaggio politico e assume posizioni chiare su questi temi sa di affrontare determinati rischi. Sono peraltro orgoglioso di essere attaccato perché sono antifascista. E' una medaglia al valore.
di Antonello Sette
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