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Esclusiva di Giallo sull'omicidio di Maria Ungureanu: “Spariti gli organi della piccola uccisa”



Dal Settimanale “Giallo”


“Quello che è successo alla piccola Maria è assurdo e di una gravità assoluta. Di lei non è rimasto più nulla, solo una salma vuota. Sono spariti tutti gli organi interni, i vetrini della prima autopsia, tutti i reperti. Siamo sconcertati e ora andremo fino in fondo. Presenteremo denuncia, perché qualcuno deve dirci come è possibile che, con le indagini ancora in corso, non si trovino più i reperti custoditi dagli inquirenti, utili a fare luce sul caso”. A dare la scioccante notizia è la criminologa Roberta Bruzzone, consulente della famiglia di Maria Ungureanu, la bimba romena di nove anni trovata morta nella piscina di un agriturismo di San Salvatore Telesino, in provincia di Benevento, domenica 19 giugno 2016. Le importantissime rivelazioni sono uscite stamattina in esclusiva sul Settimanale Giallo, in un articolo della giornalista Rita Cavallaro. Attorno alla morte della piccola, che era nuda e presentava terribili segni di violenza sessuale, fin da subito si è alimentato il mistero. «Morta per annegamento», accertò il medico legale, «ma in seguito a un tragico incidente». Qualcuno ha portato la piccola nell’agriturismo, che peraltro quel giorno era chiuso, l’ha spogliata, lasciando tutti i vestitini appoggiati su una sedia, e poi l’ha gettata stordita in acqua, dove è annegata. 

Il suo corpo ha galleggiato per ore nella piscina, mentre tutti la cercavano. Finché, intorno a mezzanotte, una donna ha notato il corpicino e chiamato le autorità. 


Non si trovano prove contro Daniel Ciocan


Per la morte di Maria è indagato, con le accuse di omicidio e violenza sessuale, Daniel Ciocan, un romeno di 24 anni amico della famiglia Ungureanu. Anche la sorella dell’uomo, Cristina Ciocan, 32 anni, era finita nell’inchiesta, ma recentemente la sua posizione è stata stralciata. I due si sono sempre professati innocenti e per ben tre volte la richiesta di arresto inoltrata dal pm nei loro confronti è stata respinta dal giudice per insufficienza di prove. Tanto da arrivare a un punto morto, cioè a una richiesta di archiviazione del caso. Richiesta alla quale l’avvocato Fabrizio Gallo e la criminologa Bruzzone, che assistono i genitori della piccola, Marius e Andreina Ungureanu, non solo si sono opposti, ma sono riusciti a ottenere un supplemento di indagini e la riesumazione del cadavere per effettuare nuovi rilievi. Spiega la Bruzzone: «La prima autopsia effettuata sul corpicino di Maria era incompleta e abbiamo insistito per una nuova autopsia, perché siamo convinti che la bimba abbia subito violenza sessuale e avremmo voluto approfondire questo aspetto». È la stessa convinzione del procuratore aggiunto di Benevento, Giovanni Conzo, che aveva inoltrato al giudice titolare dell’inchiesta la richiesta di riesumazione della salma al fine di eseguire alcuni «accertamenti di natura genetica su possibili tracce biologiche» presenti su un bottone, un paio di pantaloncini della piccola, una maglietta e un altro paio di pantaloni rinvenuti sulla scena del crimine e repertati dalla polizia scientifica. Il gip Flavio Cusani aveva disposto anche ulteriori indagini, che chiamavano in causa i genitori di Maria. Insomma, una proroga a tutto campo, per cercare di fare luce sulla misteriosa morte della piccola. Dice ancora la Bruzzone: «Il medico legale, nella prima autopsia, riscontrò segni inequivocabili di abusi sessuali reiterati nel tempo, ma non rilevò le tracce su alcuni distretti corporei (parti esterne del corpo umano, ndr) ritenuti da noi interessanti. Per questo, eravamo ottimisti sulla riesumazione e sui nuovi esami, ma siamo rimasti sconvolti quando abbiamo aperto la salma e abbiamo scoperto che non c’erano più gli organi interni. Praticamente è sparito tutto, pure gli organi sessuali, Maria è solo un involucro vuoto». Ma non è tutto.  


Anche i vetrini non si trovano più


Roberta Bruzzone

Aggiunge la criminologa: «A quel punto siamo andati a vedere i reperti dal medico legale e i vetrini conservati, ma anche questi non si trovano. Niente reperti, niente organi, di Maria è sparito tutto. Così sarà difficile dare giustizia alla bimba. Qualcuno dovrà darci delle spiegazioni». Un vero e proprio mistero, che intanto ha portato al rinvio dell’udienza del 9 luglio scorso, in cui era prevista l’audizione dei periti sulle risultanze. Un mistero destinato, alla luce della denuncia della famiglia Ungureanu, ad accendere i riflettori sugli stessi inquirenti che hanno indagato sul caso, sul medico legale della prima autopsia e su chiunque abbia avuto accesso ai locali giudiziari dove erano custoditi i reperti. Com’è possibile, infatti, che la salma sia stata ricucita senza riposizionare gli organi interni? E chi può essersi introdotto nella sezione dei reperti esaminati e sequestrati riuscendo a portare via tutto senza che nessuno se ne accorgesse? Ma soprattutto perché lo ha fatto? È possibile che siano stati trafugati per proteggere qualcuno, ritenendo che nessuno se ne sarebbe accorto visto che l’inchiesta rischiava di finire con un’archiviazione? Per capire chi poteva avere interesse a far sparire ogni traccia di Maria bisognerà ripercorrere le ultime ore di vita della bimba. 

Le ripercorriamo anche noi. Quel giorno in paese c’era la festa di Sant’Anselmo, il patrono, e Maria aveva appuntamento con le amiche della parrocchia per andare alla processione. Ad accompagnare la piccola in macchina all’incontro è stato proprio Daniel Ciocan. A causa di un acquazzone, però, la processione è stata rinviata e Maria si è allontanata dalla chiesa da sola, a piedi. Quella è stata l’ultima volta che è stata vista viva. Avrebbe dovuto percorrere solo qualche centinaio di metri per tornare a casa, invece è finita dall’altra parte del paese, in quell’agriturismo chiuso al pubblico la domenica dove Maria non può essere arrivata da sola. Chi ha portato la bimba lì ha divelto una recinzione per entrare. L’orco l’ha spogliata per poi appoggiare la maglietta e i pantaloncini su una sedia accanto alla vasca, lasciando a terra le scarpe e le mutandine. I genitori l’hanno cercata invano per ore, fino a quando la bimba è stata trovata nell’acqua, a faccia in giù e completamente nuda.  


Tracce sospette a casa dei genitori


I carabinieri hanno capito immediatamente che non poteva essersi trattato di un incidente e il fatto che la vittima presentasse segni di violenza sessuale ha aperto uno scenario inquietante. Che ha coinvolto anche Marius, il padre della piccola. È vero infatti che sugli indumenti indossati il giorno dell’omicidio sono state trovate tracce biologiche di Daniel Ciocan, ma a casa dei genitori di Maria è stata sequestrata una maglietta e una copertina, riconducibili a Maria, su cui sono state riscontrate tracce di liquido seminale di suo papà. Mamma Andreina ha detto che quella maglia la indossava lei e che anche la coperta veniva utilizzata solo da lei e dal marito. 

Mamma e papà chiedono giustizia per la loro piccola creatura. Dicono: «È passato troppo tempo senza sapere la verità, ma andremo avanti fino in fondo». La verità però, dopo la scomparsa degli organi e dei reperti, rischia di allontanarsi sempre di più. 

Conclude la criminologa Roberta Bruzzone: «Mi auguro che gli organi e i vetrini saltino fuori, altrimenti qualcuno dovrà risponderne. È davvero inconcepibile una cosa del genere per un caso ancora oggetto di indagini». Un giallo nel giallo in questa storia dai contorni raccapriccianti.

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