Soltanto un grande spavento nella notte di ieri per Ala, piccolo comune della provincia autonoma di Trento, che si è svegliato di soprassalto per l'esplosione di un ordigno artigianale composto da più petardi che ha frantumato la vetrata della sede locale della Lega. Si tratta del terzo attacco con ordigni rudimentali dopo gli altri due dei precedenti mesi contro le sedi di Villorba e Cremona, a conferma di un clima di tensione tangibile contro il partito guidato da Matteo Salvini. Proprio le sue politiche di rottura sembrano essere finite nel mirino di questi attacchi la cui rivendicazione non è mai stata rinvenuta, sebbene l'ipotesi che possano venire dagli ambienti anarchici, notoriamente attivi nella zona, lasciano più di un dubbio agli inquirenti che per ora non hanno escluso alcuna pista.
Proprio ad Ala si svolgerà infatti in serata un comizio elettorale, in vista del voto per le Provinciali di domenica prossima, a cui presenzierà proprio il segretario Salvini. Di buona lena gli attivisti della Lega di Ala hanno sostituito la vetrata già in mattinata e, in anticipo rispetto alle previsioni, lo stesso vicepremier ha fatto tappa nel comune trentino per mostrare la sua solidarietà e per mandare un chiaro segnale di compattezza nel partito contro attacchi di questa natura. «Sono stati gli anarchici», il primo commento del ministro degli Interni, «certi soggetti hanno capito che dopo decenni i trentini vogliono voltare pagina e reagiscono con la violenza, ma non fermeranno il nostro cambiamento». Recatosi in visita a un vicino comune trentino, Borghetto, al confine col Veneto, Salvini ha poi rincarato la dose e aggiunto di sperare che i responsabili «passino un po' di tempo in galera, a me piace chi ha le idee diverse dalle mie ma che le esprime rispettosamente; ma chi muove le mani, prende a calci o tira bombe, non è un anarchico ma un cretino, un delinquente che deve passare qualche giorno in galera soprattutto perché ha disturbato la gente tranquilla di Ala che voleva dormire».
Gesto che, oltre ad aver suscitato sgomento tra le fila leghiste, come testimoniano le parole del vicepresidente del Senato Roberto Calderoli, che ha parlato di «terrorismo» ai danni del partito, ha visto giungere a pioggia, da tutti gli schieramenti politici, parole di solidarietà e di rifiuto della violenza come metodo d'imposizione ideologica. «Ora bisogna riaffermare i valori fondamentali della Costituzione e dello statuto di autonomia del Trentino Alto Adige in modo che il voto del 21 ottobre sia libro e non condizionato dalla violenza», la ferma condanna dell'Anpi del Trentino e dell'Alto Adige.
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