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Ex nazista espulso dagli Usa, riportato in aereo in Germania




Ad oltre sett’antanni dalla fine della Seconda guerra mondiale, lo spettro del nazismo si aggira ancora per le strade degli Stati uniti d’America, e non è un film con gli “Avengers” e il malefico Teschio Rosso, ma la realtà.


Negli Usa è stato espulso ed immediatamente rimpatriato in Germania, Jakiv Palij, oggi novantacinquenne, ex guardiano di un campo di concentramento nazista. L'uomo è stato obbligato a salire a bordo di un aereo, decollato dall'aeroporto di Taterboro, nel New Jersey, per poi atterrare a Duesseldorf e da lì, secondo fonti accreditate, sarebbe stato trasportato in ambulanza in una casa di cura per anziani, a Warendorf, nella zona di Muenster in Germania.


È stato lo stesso presidente Donald Trump ad aver dato la più alta priorità a questo caso, mentre in una nota rilasciata dalla Casa bianca si può leggere che ciò è avvenuto: «Per mantenere le promesse di libertà che furono fatte alle famiglie delle vittime dell'Olocausto. Gli Usa non tollereranno nessuno che abbia sostenuto i crimini del nazionalsocialismo o altre violazioni dei diritti umani, e queste persone non avranno alcun futuro sul territorio americano».


Palij era nato in territorio attualmente ucraino e nel 1949 era fuggito, rifugiandosi in America, dove aveva ottenuto la cittadinanza nel 1957. Durante tutto questo tempo ha sempre mantenuto nascosto il proprio passato nel partito nazionalsocialsta, e ha duramente lavorato per molti anni in una fabbrica come operaio. Quando è emerso il suo trascorso, ovviamente la giustizia americana ha iniziato ad interessarsi di lui e, già nel 2003, un giudice locale gli aveva tolto la cittadinanza statunitense mentre nel 2004 era stata ordinata, anche se allora senza conseguenze, la sua espulsione.

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