Letta insiste per blindare il testo sul ddl per esautorare il Parlamento dal suo ruolo di luogo di confronto. Con quale autorità definisce i politici che non la pensano come lui «schifosi»? È grave che nessun partito di sinistra abbia preso le distanze da lui.
“Caro direttore, per chiarire meglio la mia posizione sull' argomento, mi consenta di ricordare che in occasione del dibattito parlamentare svoltosi qual[1]che anno fa sulle unioni civili il sottoscritto si è pronunciato a favore anche del matrimonio gay. Ciò detto, pere), alcuni aspetti del ddl Zan non ci convincono affatto. Lo scopo della legge deve essere quello di proteggere tutti i cittadini da attacchi fisici, insulti, prevaricazioni a causa delle loro scelte sessuali e anche eventualmente dall'essere trans. Siccome, però, a quanto sembra anche larga parte del centrodestra è arrivata a concordare su questa scelta di fondo, questa disponibilità dovrebbe essere colta al volo per approvare una legge con queste caratteristiche al Senato per poi passare alla Camera dove sarebbe approvata con facilità vista l'intesa. L'insistenza del Pd e special[1]mente di Enrico Letta per innestare su questi contenuti essenziali altri obiettivi non è condivisibile né dal punto di vista della logica parlamentare, né dal punto di vista dei contenuti. Da sempre il parlamento è la sede del confronto e anche dei conseguenti compromessi. Rifiutare questa logica significa da un lato mettere a rischio la legge sui voti segreti (i quali, checché ne pensi l'aspirante autocrate Fedez, sono giusti[1]ficati dai regolamenti) e poi non è condivisibile neanche sui contenuti. Il rischio è che Letta giochi il tutto per tutto per una battaglia identitaria che cavalca le richieste dello spezzone più oltranzista del mondo LGBT (altri settori di quell'area dissentono nettamente da questa impostazione). Veniamo allora ai contenuti. Il primo problema è costituito dal comma d) dell'articolo 1 che riguarda la facoltà di scegliere il proprio sesso prescindendo dagli aspetti fisici e antropologici, ma solo per scelte mentali e psicologiche: a nostro avviso ciò provocherebbe una fluidità suscettibile di molti inconvenienti e anche di autentiche forzature e abusi. In secondo luogo l'articolo 4 conferisce alla magistratura inaccettabili poteri sul terreno della libertà di espressione del pensiero. Faccio un esempio concreto: il sottoscritto è favorevole al matrimonio gay e anche alle possibilità offerte nel caso dell'unione fra donne di ricorrere all'eterologa per la maternità, ma è invece radicalmente contrario all'utero in affitto. A nostro avviso si tratta dell'estrema mercificazione del corpo umano, che dovrebbe essere condannata e rifiutata da tutti, ma specialmente di chi da sinistra parla di sfruttamento dell'uomo sull'uomo a proposito dei rapporti di produzione capitalistici fra l'imprenditore e gli operai. Lo sfruttamento della donna che affitta il suo utero per il concepimento e la nascita di un figlio-figlia che poi viene acquisito e acquistato da terzi è a nostro avviso una forma di sfruttamento assai più perversa e invasiva di quella che riguarda i rapporti di lavoro fra un imprenditore e gli operai. Ebbene, l'articolo 4 del ddl non offre affatto la sicurezza che si potrà sviluppare liberamente una battaglia politica e culturale su questo tema, perché qualora qualche irresponsabile compia atti inaccettabili contro chi ha realizzato questa pratica, allora la colpa verrebbe data anche a chi si è contrapposto ad essa sul piano culturale e giornalistico. Ciò detto, rispetto all'articolo 7 bisognerebbe essere assai cauti nel proporre tutta questa tematica ai bambini, mentre vanno rispettati gli orientamenti delle scuole private, in particolare quelle cattoliche: in ballo non c'è solo in Concordato, ma il rispetto del pluralismo su cui è fondata la nostra Costituzione. Ciò detto, la controprova del tentativo di imbarbarire il di[1]battito è costituita sia dal tipo di interventi che ha fatto Fedez, sia dal fatto che nessun sostenitore della legge ha preso le distanze da questo signore. Ma chi è Fedez (ovviamente sappiamo benissimo chi è) per fare le affermazioni apodittiche di questi giorni? Fedez e la Ferragni hanno tutto il diritto di esprimersi a favore della legge e anche di contestare le posizioni altrui. Ma chi è Fedez, se non un aspirante piccolo Hitler in nuce per dichiarare che i politici che hanno un parere diverso dal suo sono «schifosi»? Non è che siccome ha alcuni milioni di follower lui può demonizzare in questo modo gli avversari. Il fatto che nessuno dei sostenitori della legge ha preso le distanze da questo approccio che è di stampo autoritario è molto grave, anche perché è sempre possibile che in futuro Fedez faccia valere lo stesso approccio, fondato su un autentico squadrismo mediatico, per sostenere tutta un'altra posizione non condivisa da coloro che oggi fanno i furbi e sfruttano le sue prese di posizione. In so - stanza, in primo luogo Enrico Letta, ma tutto il Pd sono di fronte ad una scelta di fondo, quella di ottenere un obiettivo di civiltà con un compromesso parlamentare e quello di provocare invece uno scontro frontale con risultati concreti del tutto opinabili, ma con una spaccatura frontale di cui non si sente affatto il bisogno, visti anche i contenuti che la determinerebbero.”
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