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Fabrizio Cicchitto a Libero: Il “me too” si è trasformato in una fabbrica del ricatto



Giustamente la pandemia continua ad attirare tutta l’attenzione. A latere di essa, però, stanno esplodendo una serie di problemi che in modo imprevedibile stanno mettendo in questione aspetti fondamentali della libertà, della libertà di stampa, ma anche delle libertà individuali. Fortunatamente tutto ciò si sta verificando specialmente nei paesi anglosassoni e non è ancora arrivato in modo prepotente in Italia. Semplificando al massimo possiamo dire che nel ’68 si manifestarono due tendenze, una ideologico-politica, l’altra comportamentale. Il filone ideologico-politico consistette in una contestazione di stampo estremista nei confronti di tutto e di tutti che poi ha portato anche ad una radicalizzazione di stampo terrorista. Invece l’altro filone ha riguardato l’affermazione della più totale libertà sessuale con una rottura rispetto al passato. Anche su questa seconda scelta esistono valutazioni di segno diverso, ma ci collochiamo in un campo della normale dialettica riguardante la cultura e il costume. Senonché adesso si sta affermando una tendenza di segno del tutto opposto che non avviene però per un ritorno del tradizionale moralismo di stampo clericale, ma per tendenze del tutto diverse. Ci riferiamo in primo luogo alla deriva riguardante il cosiddetto “me too”. Il punto di partenza del “me too” è del tutto condivisibile perché ha riguardato il rifiuto delle prevaricazioni, dei ricatti sul piano sessuale da parte di uomini dotati di autorità e di potere nei confronti delle donne. Tutte cose sacrosante. Di qui, però, è partita una deriva che porta a conseguenze del tutto inaccettabili. Qualunque denuncia non di stupro, che comunque ha una tale gravità che viene accompagnato da prove, ma anche di molestie e dei cosiddetti “comportamenti inappropriati”, termini che coprono contenuti spesso impalpabili o addirittura inesistenti, hanno invece conseguenze devastanti; talora addebiti di questo tipo risalenti anche a decine anni di distanza senza prove, peraltro assai difficili vista la materia di cui si discute, e di testimonianze dirette di terzi hanno comportato licenziamenti, messe al bando sul piano dell’immagine, dimissioni, libri e film annullati o non più pubblicati. A parte la fabbrica del ricatto, tuttavia questa deriva del “me too” si traduce in un maccartismo che andrebbe respinto senza timidezze e a farlo dovrebbe essere in primo luogo il femminismo autentico: qualche segno c’è stato, seppur timido, ma su un terreno vicino le cose stanno peggiorando. Recentemente la scrittrice J.K. Rowling ha detto una cosa di buon senso e che cioè la distinzione fra il sesso maschile e quello femminile mantiene una sua oggettiva verità derivante da una naturale diversità fisica, fermo rimanendo il criterio della parità. Questa affermazione apparentemente ovvia e banale ha scatenato l’inferno contro la sua autrice e contro le altre scrittrici o giornaliste o dirigenti editoriali che hanno dichiarato di condividere questa che più che un’affermazione sembra una constatazione. Invece il web si è riempito di insulti e di minacce, il minimo che è stato detto alla Rowling e a tutte le altre scrittrici-giornaliste che hanno solidarizzato con lei è che era auspicabile che esse venissero violentate. Ma le cose non si sono fermate agli insulti, nell’industria editoriale si è scatenato l’inferno, molte persone hanno dovuto dimettersi o sono state licenziate. Per capire l’implicazione concreta di questo scontro i sostenitori della inesistenza della distinzione dei sessi sostengono la tesi che una persona di sesso maschile che invece si ritenga mentalmente femminile può recarsi nel bagno delle donne. Anche su questo terreno a nostro sommesso avviso il femminismo autentico dovrebbe farsi sentire, ma esso si dovrebbe far sentire su un’altra questione ancora più evidente, cioè quella che riguarda l’utero in affitto. A nostro avviso, proprio chi è su posizioni di stampo socialista o marxista dovrebbe ritenere l’affitto dell’utero di terze persone per consentire alle coppie omo e ricche di avere figli. L’affitto dell’utero rappresenta una mercificazione condotta alle estreme e più degradanti conseguenze, ma su questo c’è un silenzio assoluto visto che esso ha riguardato anche personalità della sinistra.”

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