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Fabrizio Cicchitto: I grìllìnì rischiano dì uccidere lo sport.


Fabrizio Cicchitto al quotidiano Il Tempo: La riforma che agita il Movimento 5 stelle avrebbe effetti devastanti Non si possono decapitare federazioni prestigiose alla vigilia dei Giochi


"Caro direttore, su due questioni portate avanti specialmente dai grillini vale la pena soffermarsi. In un caso, quella riguardante lo sport, per esprimere un totale dissenso; in un altro, quello sulle concessioni autostradali, per esprimere invece la condivisione su alcune delle loro valutazioni di fondo. Per quello che riguarda il Coni e le federazioni sportive a esso collegate c'è già stato il tentativo del leghista Giorgetti di creare una struttura, quella andata sotto il nome di Sport e Salute, attraverso la quale il governo metteva le mani su tutto il sistema sportivo. Questo tentativo è caduto in seguito alla crisi del governo giallo-verde, adesso però riprende sotto la spinta del ministro Spadafora e di alcuni deputati grillini, che per di più litigano fra di loro. Il progetto è quello di decapitare il Coni e le federazioni di categorie delle attuali leadership attraverso il criterio dei due mandati e poi di sottopone sia il Coni che le federazioni a ben quattro forme di controllo esterno, tutte di natura governativa. Ora, possono essere o meno simpatiche le persone, ma noi abbiamo un sistema dello sport che dal Coni con il presidente Malagò ai presidenti delle categorie presenta un elevato livello di professionalità rispetto a una realtà molto delicata: il rapporto fra chi guida le federazioni e i singoli atleti è molto complesso e difficile, mentre la guida del Coni deve avere un forte prestigio internazionale. Mettere dei sassi in questo ingranaggio alla vigilia delle Olimpiadi vuol dire destabilizzare un sistema che gode tuttora di un notevole prestigio internazionale, per di più c'è anche il rischio che il Cio intervenga di fronte a un sistema fondato sulla sub alternità del Coni alla politica mettendo il tutto in mora, con il risultato disastroso che eventualmente i nostri atleti parteciperanno alle Olimpiadi uti singuli e non inquadrati nel Coni e con la bandiera italiana. Il sogno che nutrono i dilettanti allo sbaraglio per di più assetato dal desiderio di occupare tutte le poltroni disponibili può avere effetti disastrosi. A testimonianza, però, che queste valutazioni non derivano da una posizione pregiudizialmente contraria a qualunque cosa sostengano i grillini vogliamo invece dire che essi hanno fondamentalmente ragione non solo sulla scandalosa permanenza dei Benetton addirittura nella gestione del ponte di Genova, ma su tutto l'iniquo sistema delle concessioni autostrada Diciamoci la verità: per responsabilità sia dei governi di centrodestra che di centrosinistra è stato costruito un sistema che consegna a dei monopolisti naturali tutte le concessioni stradali, con poteri enormi, in primo luogo quello di fissare tariffe dalle quali finora questi signori hanno tratto profitti che i normali industriali manifatturieri si sognano. Per di più essi fanno il bello e il cattivo tempo sugli interventi di manutenzione e inoltre con la complicità di tutto il mondo politi co hanno condizionato il potere di revoca nel caso in cui i loro comportamenti siano inaccettabili a delle condizioni assai difficili da realizzare. Ora, a Genova siamo di fronte all'estrinsecazione di tutte queste perversioni. Il ponte di cui Aspi aveva la totale disponibilità è crollato non per una bomba, né per uno tsunami e conseguentemente la responsabilità è di chi lo gestiva ricorrendo anche tutte le gherminelle messe in evidenza dalle intercettazioni pubblicate sui giornali. Invece, come lei caro direttore ha scritto qualche giorno fa, i Benetton e i loro manager fanno ancora il bello e il cattivo tempo. Di conseguenza ci permettiamo di formulare due auguri: il primo è che siano azzerate le posizione dei grillini sullo sport, il secondo è che invece le loro denunce trovino uno sbocco sul terreno delle concessioni autostradali visto anche che finora, nel migliore dei casi, Conte, Gualtieri e la De Micheli sono stati letteralmente presi per i fondelli dai geniali Benetton e dal loro management.”

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