Prima o poi i conti tornano sempre. Nel nostro libro su “L’uso politico della giustizia” avevamo messo in evidenza che l’operazione di Mani Pulite fu del tutto unilaterale perché mentre il sistema di Tangentopoli coinvolgeva tutto e tutti, a essere colpiti furono solo Craxi, il PSI, i partiti laici, il centrodestra della Dc, e furono salvati il Pds, e la sinistra democristiana. Il circo mediatico giudiziario fu il protagonista della operazione tant’e’ che oramai e’ noto che ogni giorno alle 19.00 i direttori o loro incaricati del Corriere della Sera, di Repubblica, della Stampa e dell’Unita’ si consultavano sulla base delle indicazioni del pool dei pm per decidere quale leader politico doveva essere massacrato il giorno dopo. Per completare il ciclo ci si mettevano il tg3 (direttore Sandro Curzi già direttore di Radio Praga), Michele Santoro con Samarcanda e da un certo momento in poi le reti Mediaset di Silvio Berlusconi che così evito’ avvisi di garanzia fino a quando non scese in politica. Dopo di che specie grazie a d'Ambrosio e Di Pietro, il PDS fu salvato. In cambio d'Ambrosio e Di Pietro, caso strano, furono eletti nelle liste del PDS per diverse legislature. La dimostrazione più clamorosa di tutto ciò fu il processo Enimont, lo stesso Di Pietro disse che fu accertato che Gardini con l’aiuto di Sama e Cusani porto’ 600 milioni a via delle Botteghe Oscure avendo un incontro con Occhetto e d’Alema. E che dovevo mandare l’avviso di garanzia al signor PCI? D’Alema e Occhetto non furono neanche chiamati al processo come testimoni al processo Enimont ma morto provvidenzialmente Gardini Sama e Cusani sono stati condannati con anni di galera come corruttori colo che i corrotti invece non sono mai stati identificati: la famosa valigetta si perse per i meandri di via delle botteghe oscure. Successivamente quando Berlusconi entrò in politica tutto il circo mediatico giudiziario si spostò contro di lui. Decine e decine di processi, perquisizioni a Mediaset, avvisi di garanzia a lui e a una parte del management dell’azienda, poi contro Berlusconi fu scatenato anche il caso olgettine tant’è’ che fu condannato a 7 anni di galera se non che in appello intervennero due grandi avvocati come Coppi e Tinacci e posero il problema se ci furono serate non eleganti i rapporti furono fra adulti consenzienti. Risultato: assoluzione dopo anni e anni di inchieste di miliardi spesi di mobilitazione di alcuni dei giornalisti che adesso emergono anche nel caso Palamara. Quindi quello che avviene oggi e’ la continuità di quello che avvenne allora con la differenza di un salto di tecnologia: che sarebbe successo se il trojan fosse stato usato allora e inserito nei telefonini di Di Pietro, d'Ambrosio, Davigo, Violante e su quelli dei segretari amministrativi della Dc, del PSI e del PCI-Pds? Non parliamo poi dei telefonini di De benedetti, di Romiti, e dei capi delle principali cooperative rosse. A proposito di questi ultimi e’ sempre istruttiva la lettura del libro di Zamorani che per anni fu all’Italstat, sede di concertazione per i risultati di tutti gli appalti dove a rotazione vincevano i grandi imprenditori privati mentre alle cooperative rosse era garantita una percentuale intorno al 20 %. E adesso un bel numero di persone appartenenti alla magistratura, al giornalismo e alla politica fingono di svegliarsi all’improvviso e si scandalizzano per Palamara. Ma di che stiamo parlando? Quando questa era la prassi in atto sin dagli anni 90? E’ evidente che una magistratura che una volta ha per obiettivo Craxi, una altra volta Berlusconi, adesso Salvini, e come altro obiettivo il salvataggio dei politici amici, non è più un potere autonomo ma con questo va a gambe all’aria lo stato di diritto cosa verificatasi già dagli anni 90. Adesso questa e’ una coda di tutto quello che è successo in quegli anni.
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