Fabrizio Cicchitto, Presidente Riformismo e Libertà, al quotidiano Il Tempo:
“Caro Direttore, Ancora una volta come nel periodo fra fine gennaio e inizio di marzo, alcuni dei peggiori errori commessi in Italia nella vicenda coronavirus, sono stati commessi in modo congiunto sia dal governo nazionale, sia da alcune regioni, alcune delle quali collocate nello schieramento di opposizione. Allora il governo fece il 31 gennaio una dichiarazione di emergenza nazionale a cui non fece seguire alcun atto concreto fino ai primi di marzo, né sul terreno del reperimento delle mascherine, né sull'uso dei tamponi, né nel blocco reale del trasporto aereo fra l'Italia e la Cina, quello diretto è quello indiretto. Si poteva invece procedere in modo diverso, perché alcuni lo fecero: il 23 gennaio il professor Marini Medico del Senato fece comprare dagli uffici 10mila mascherine Ffp2 a prezzi stracciati e nel mese di febbraio il professor Crisanti fece acquistare e porre in azione migliaia di tamponi malgrado che il ministero della Sanità col potentissimo direttore generale della Sanità veneta gli dicessero di non farlo, evocando l'intervento della Corte dei Conti. Per la fortuna del Veneto, il professor Crisanti tenne duro ma la cosa fondamentale fu che il presidente Zaia si mosse in quella stessa direzione. Nel frattempo, invece, a febbraio Sala, Gori, Zingaretti da un lato e Salvini dall'altro brindavano a Milano, Bergamo «libere». Così, di fronte alla durissima opposizione dell'Assolombarda (vero dottor Bonomi?) alla chiusura come zona rossa della Valsenana, di Bergamo, di Brescia, di Nembro, di Altana, sia il Presidente del Consiglio Conte, sia il presidente della Regione Lombardia Fontana, e l'assessore Gallera, hanno giocato fra loro a rimpiattino perché fosse l'altra istituzione a litigare con gli imprenditori lombardi perché in quelle zone ci sono alcune centinaia di imprese. Abbiamo visto quali sono stati i risultati di quelle furbate incrociate e di quella arroganza: migliaia di morti e una lunga sfilata di camion che portavano le loro bare. Altrettanto è avvenuto nel mese di agosto specie per quello che riguarda le discoteche. Solo autentici scriteriati potevano pensare che è possibile assicurare distanziamenti e mascherine mentre centinaia e centinaia di ragazzi ballano. Però a partire da alcune regioni (in prima fila l'Emilia Romagna e la Sardegna, poi a seguire le altre) ciò è stato ritenuto possibile anche sotto il peso di pressanti interessi economici. E a sua volta il governo nazionale ha a lungo taciuto per opportunismo rispetto a questa autentica follia. Chi voleva capire, poteva capire. Infatti la presidente della Regione Calabria Santelli ha capito e il 13 agosto ha bloccato le discoteche in Calabria. In questo modo, come Zaia a febbraio per il Veneto, così Jole Santelli ad agosto ha salvato la sua regione. In Sardegna, poi, c'è' chi ci ha messo del suo. Così da un lato molti giovani facoltosi abituati ad arrivare a Porto Rotondo da un bel giro fra Mikonos e Ibiza, dall'altro lato molto vip dai nomi altisonanti hanno tutti ritenuto di essere diventati immuni. Per parte sua Flavio Briatore ha offerto il Billionaire a vip e a ragazzi facoltosi perché potessero liberamente consumare questa follia. A pagarne le conseguenze sono stati in primo luogo circa 60 dipendenti del Billionaire ma c'è di peggio: circa 2000 clienti andrebbero rintracciati. Infatti quello che nelle loro lucide comunicazioni di questi giorni i professori Zangrillo e Bassetti egli imprenditori Flavio Briatore e Daniela Santanché hanno dimenticato è che è possibile che il virus sia meno virulento, che gli asintomatici contagiati non siano personalmente malati nel senso tecnico e clinico del termine, ma costoro in giro per l'Italia, possono contagiare persone fragili, malati, anziani, i loro padri e i loro nonni. Allora il governo, alcuni presidenti di Regione (non certo Jole Santelli), alcuni non tutti gestori di discoteche, si soni assunti gravissime responsabilità specie tenendo conto che siamo vicini a settembre e alla vigilia della riapertura delle scuole che quando - un mese dopo - spesso arrivano le normali influenze. Allora non ci sentiamo di trarre da tutto ciò ragioni di schieramento perché riteniamo che da un lato il governo nazionale, dall'altro alcune regioni di centrodestra e alcune personalità della destra hanno commesso tutti dei gravissimi errori che verranno pagati dal nostro Paese nel suo complesso sia che si sia gialli, sia rossi sia verdi o azzurri. Insomma come si vede il coronavirus non guarda in faccia a nessuno e anzi particolarmente beffardo e spietato con chi lo sottovaluta.”
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