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Fabrizio Pregliasco: “Il Parlamento vigili, ma contro i no vax anche l’autoritarismo è utile”



Professor Pregliasco, siamo di fronte a un quadro pieno di più di ombre che di luci, dove tutti, politici compresi, vanno per la loro strada e sono destinati a non incontrarsi mai. Il Governo ha emanato il super green pass, predisposto la terza dose e raccomandato l’estensione della vaccinazione anche ai bambini. I no vax e i no green pass sono sempre sul piede di guerra. Parlano di comitato di liberazione nazionale e sono arrivati a travestirsi con le divise degli ebrei rinchiusi nei campi di concentramento nazisti. Come scienziato, è sconcertato o arrabbiato?


I no vax sono tante cose diverse. Alcuni si macerano nel dubbio e sostanzialmente hanno più paura del vaccino che della malattia. E’ del resto una malattia che si presta a questa conclusione, perché spesso e volentieri è banale. E’ un po’ come la roulette russa nel film “Il cacciatore”. Il colpo in canna c’è, ma il tamburo del Covid ne contiene anche molti più del revolver, specie se non sei avanti con l’età. Poi si inseriscono, come ho premesso, tante altre cose. C’è chi ce l'ha ’on le istituzioni, chi con le Big Pharma, chi con la casta della scienza, componenti che si coagulano tutte fra loro in questo momento di paura. E, poi, ci sono i facinorosi che colgono, a prescindere da tutto, l’occasione.


Un fenomeno italiano?


No, vedo che in Svizzera i no green pass hanno vinto un referendum con il sessantadue per cento dei voti, mettendo, peraltro in conto, un esborso di denaro pazzesco. Utilizzando, mi perdoni l’espressione, pippe mentali in libertà sulla libertà, sulla Costituzione e sul fatto che, continuando di questo passo, chissà quale regime autoritario ci attenderebbe. Tutti argomenti teorici e politici, che non tengono conto della situazione in cui siamo. In un’emergenza, come quella che stiamo vivendo, un approccio autoritario credo sia utile, dal momento che il vaccino funziona, dà ossigeno all’economia e riduce il costo sanitario. Credo che questa, e non altra, sia al momento la responsabilità dei politici.


Sta dicendo che l’autoritarismo, al punto in cui siamo, è l’unico rimedio ed è, quindi, auspicabile?


Sì, in questa emergenza è necessario, naturalmente con tutte le attenzioni e la sorveglianza del Parlamento.


La nuova variante Omicron la preoccupa?


Mi pre-occupa con il trattino, nel senso che dobbiamo reagire e conoscerne, il più rapidamente possibile, le caratteristiche. Per ora, brancoliamo nel buio. Dovrebbe, a quanto pare, essere più contagiosa, ma non ne conosciamo né l’effettiva pericolosità né sappiamo se schiva i vaccini. Sono ancora studi teorici, costruiti al computer. Dovremo capire. Ci vorrà un o’ di tempo. Conviene immaginare uno scenario non piacevole, così da essere in grado di affrontarlo.


Come saprà meglio di me, anche molti di quelli che sono sempre stati favorevoli alla vaccinazione, nutrono più di una perplessità, ora che è arrivato il turno dei loro bambini…


Se è per questo, anche alcuni miei colleghi dicono che, prima di vaccinare i bambini, ci vogliono altri studi. Partono, secondo me, da una sottovalutazione degli effetti diretti del Coronavirus, perché neppure per i bambini, soprattutto con la variante Delta, è una passeggiata, in confronto alla sicurezza dei vaccini. Purtroppo, sui bambini, si concentra tutta la forza dell’antico detto “i figli so’ pezzi e core”. Un’amorevole protezione atavica, che, però, in questo caso fa a pugni con l’oggettività.


Lei, quindi, il suo nipotino lo vaccinerebbe senza tentennamenti?


Assolutamente sì.


di Antonello Sette

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