Conte: "non è tempo dei party e della movida"; multe fino a 3000 euro per chi trasgredisce e rischio nuove chiusure dalle Regioni
"Non e' il tempo dei party e della movida". Lo ha detto il Presidente del Consiglio Conte uscendo da palazzo Chigi, rispondendo ad una signora che si è complimentata con lui per la gestione dell’emergenza. " Nessuno pensi che siano saltate le regole di precauzione", ha ribadito il premier, altrimenti “la curva dei contagi risale”. Le immagini degli assembramenti nelle piazze e nelle strade e dei locali affollati per l’ora dell’aperitivo hanno destato più di una preoccupazione, tant’è che il governatore della Lombardia Attilio Fontana ha già annunciato nuove chiusure se le infrazioni dovessero continuare. Più morbido invece Luca Zaia in Veneto, che ha annunciato uno spot con le 'regole' per l'happy hour in sicurezza, mentre il presidente dell'Anci e primo cittadino di Bari Antonio Decaro ha avanzato la proposta ai titolari dei pub di mettere a disposizione dei clienti, oltre ai cocktail, anche le mascherine.
Fortunatamente per il momento i numeri dicono che la curva del contagio si mantiene in discesa: dopo il raddoppio dei casi registrato martedi', il bollettino della Protezione Civile indica un nuovo calo dell'incremento giornaliero: solo 665 contagi totali in tutta Italia, con un caso ogni cento tamponi, il dato piu' basso dall'inizio dell'emergenza, con Lombardia e Piemonte che restano le regioni piu' in difficolta', con 2/3 dei casi totali (452) e 104 vittime sulle 161 delle ultime 24 ore. Ma i numeri di oggi sono riferiti a quello che e' accaduto 15 giorni fa: la confusione sul monitoraggio - con i parametri che sono stati modificati e almeno la meta' degli enti locali che non avrebbero ancora inviato al ministero della Sanita' dati attendibili e completi -, l'assenza di un qualsiasi strumento di contact tracing, i ritardi sui test sierologici (che avrebbero dovuto fornire una fotografia, non certa ma attendibile, del reale contagio nel paese) e, ora, le immagini della movida, sono tutti elementi che potrebbero costringere le Regioni a nuove chiusure. "Abbiamo vinto la prima battaglia col virus e rimesso il paese in sicurezza - ricorda il ministro per le Autonomie Francesco Boccia - Da questo patrimonio ripartiamo: il governo sta seguendo la situazione nei territori con estrema attenzione ed e' pronto a intervenire se si dovessero verificare situazioni preoccupanti". E al primo posto delle preoccupazioni ci sono proprio gli assembramenti, tanto che l'esecutivo avrebbe gia' chiesto al Viminale di non fare sconti sulle sanzioni per chi viola i divieti, che possono arrivare fino a 3mila euro. Il ministro Boccia tiene comunque a ribadire la responsabilità delle regioni: spetta ai governatori infatti, come stabilito nel Dpcm, decidere se tenere aperto o chiuso. "Ogni regione si assume la responsabilita' di riaprire gradualmente - ha precisato il ministro - Non vince la fretta, ma la valutazione saggia dei numeri". Quegli stessi numeri che saranno fondamentali per decidere anche come funzionera' la mobilita' tra le Regioni a partire dal 3 giugno. Se un territorio "e' ad alto rischio - ha ribadito oggi Boccia alla Camera - non puo' partecipare alla mobilita' interregionale". I dati arriveranno nel fine settimana tra il 29 e il 31 maggio e non e' affatto escluso che tra alcune regioni si possa circolare e tra altre no.
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