Domenica “Che tempo che fa ha l'onore di intervistare il Presidente della Repubblica Francese Emmanuel Macron”. Con la solita enfasi che gli è congeniale in casi come questo, Fabio Fazio, conduttore del programma di Rai Uno, in onda alle 20:35, ha lanciato la palla su Twitter. E sin qui va pure tutto bene. Quasi diciamo. Perché un pó di dubbi la cosa la innesca, eccome. Fazio, l’uomo più pagato del pianeta Rai, fa il giornalista o il conduttore, in pratica il giullare? E l’operazione Eliseo, definiamola così, è frutto del suo lavoro di showman televisivo o figlia di padrinaggi politici?
Traduciamo per i non addetti ai lavori. L’intervista è stata concordata con la Rete, diretta da Teresa De Santis, oppure Fazio si è mosso in totale autonomia? E visto che ci sono evidenti interessi politici, il conduttore, che non è giornalista (si è cancellato da professionista e due anni fa ha anche restituito la tessera da pubblicista), ha concordato l’intervista con il Tg1, diretto da Giuseppe Carboni ? E il vertice aziendale è d’accordo? Era al corrente? Chi di dovere dovrà dare le giuste risposte perché la questione è maledettamente seria. Per dire, per una semplice chiacchierata fra Carlo Freccero, direttore di Rai Due, e Michele Santoro, grande uomo di televisione con un lungo passato in Rai, è scoppiato il finimondo. Eppure i due hanno tutti i titoli, dunque il diritto-dovere, per parlare di televisione e di come risollevare le sorti di Rai due. Fazio, al netto di tutto, non ha il diritto di usare la Rai ha suo piacimento ma ha il dovere di seguire le regole. Sarebbe meglio se leghisti e grillini tornassero a occuparsi di lui invece dei massimi sistemi. Come sta facendo il Pd, praticamente nel panico per il piano editoriale presentato dalla coppia Foa-Salini, presidente e amministratore delegato della Rai.
“Il nuovo piano industriale pare fatto apposta per essere un 'poltronificio sovranista'. A differenza di quel che dice l’Ad Salini, il nuovo Piano non favorirà i contenuti né il prodotto, ma sarà lo strumento di una gigantesca spartizione di posti tra Lega e M5s”, sostiene il senatore dem Francesco Verducci, membro della Commissione di Vigilanza sulla Rai, “Salini così facendo si consegna agli appetiti di Foa, che sta trasformando la Rai in un organo di regime, facendola peraltro precipitare negli ascolti. La preoccupazione è massima. La denuncia della consigliera Borioni non va fatta cadere. In Rai c’è un clima insostenibile, un attacco continuo al pluralismo, come sancito da Agcom. Mai Berlusconi si era spinto ai livelli che stanno usando Salvini e Di Maio, ed è tutto dire. L'audizione di Salini chiesta a gran voce dal Pd e deliberata dalla Commissione di Vigilanza è quanto mai urgente”. Ecco forse sarà davvero il caso. Perché il piano illustrato ai consiglieri da Foa e Salini punta alla creazione di 8 coordinamenti per aree tematiche, intrattenimento e informazione le principali, in modo da evitare sprechi e sovrapposizioni. In particolare l’obiettivo di Salini è quello di armonizzare l’offerta, in modo da disinnescare la concorrenza selvaggia fra le reti e i telegiornali, come sta avvenendo ora, creando un danno serio all’azienda. Troppo spesso i direttori rete seguono logiche personali e non quelle aziendali. Il caso dell’intervista di Fazio a Macron è da manuale. con un coordinamento serio avremmo avuto un bel gioco di squadra non la solita fuga in avanti di chi usa la Rai per la propria causa.
di Alberto Milani
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