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Ferri: «Dagli urtisti agli ambulanti, mi candido per tutelare chi è stato penalizzato dalla Raggi»


Suppletive: «Palamara è il cuneo per scalfire la parte malata della magistratura»


Mauro Ferri, già presidente della commissione opere pubbliche della XIV municipalità, in un’intervista a Spraynews, presenta le ragioni della sua candidatura al Consiglio comunale della capitale tra le file della Lega.


Quali le ragioni della sua candidatura?


«Faccio politica da quando sono ragazzo. Ho un’esperienza ventennale nel municipio Roma XIV e conosco bene i problemi della pubblica amministrazione. Mi muovo, inoltre, molto nell’ambito sociale e faccio sindacato. Da oltre vent’anni, difendo tutte le categorie produttive e in modo particolare gli ambulanti e i balneari, a partire dalla normativa Bolkenstein».


Quali saranno le priorità nel suo operato?


«Mi occuperò principalmente delle tematiche di cui si parla tutti i giorni, dal verde pubblico al decoro urbano, a tutto ciò che riguarda una mobilità vera, non finta come quella della Raggi. Mi batterò per difendere i deboli e in particolare coloro che in questa città sono stati vessati e massacrati dalle scelte dell’ultimo esecutivo pentastellato».


Faccia un esempio…


«Basti pensare ai 115 urtisti, ovvero coloro che vendono i souvenir nei pressi dei monumenti. Essi sono di religione ebraica con licenze date addirittura nell’ottocento con bolla papale. La Raggi li ha praticamente defenestrati dai loro posti di lavoro, mettendo in difficoltà decine e decine di famiglie. La sindaca sta facendo la stessa cosa con gli ambulanti. Disapplicando una norma nazionale, sono stati messi a rischio 12mila posti di lavoro. Non bisogna dimenticare quando la loro rabbia, in primavera, ha bloccato per ore e ore il Grande raccordo anulare».


Perché ha scelto la Lega?


«Perché ritengo che realmente abbia interesse ad aiutare i cittadini e tutelare le famiglie, ma soprattutto perché ne apprezzo la visione, utile a rilanciare tutto ciò che è commercio, attività produttive, difendendo le persone da quella classe dirigente che nei fatti ha distrutto la capitale».


In tanti, però, in città, sostengono che Salvini rappresenti il partito del Nord e che di conseguenza non abbia alcun interesse per Roma…


«Assolutamente no! La Lega è il partito degli italiani. Per fortuna, siamo radicati dappertutto con donne e uomini che si sono messi a disposizione gratuitamente per cambiare».


In passato militava in Fratelli d’Italia. Perché poi lo ha lasciato?


«Non condividevo semplicemente alcune conduzioni, che a mio parere, erano molto settoriali e quindi ho ritenuto, due anni e mezzo fa, di entrare nella Lega, partito a me più congeniale, condividendo con esso diversi valori. Detto ciò, ho molta simpatia per il mio ex partito. Ci mancherebbe altro. Sono per l’unità del centrodestra».


Il centrodestra può farcela a riprendersi la capitale?


«Michetti è la persona più indicata per rappresentare la città. Ha la competenza e le capacità, sia dal punto di vista tecnico che amministrativo. E’ l’unica soluzione. Non temiamo alcun avversario. Siamo sicuri di vincere e di avere una classe dirigente all’altezza del compito. Non ci sarà più approssimazione e superficialità nell’affrontare i problemi, così come non ci sarà più una capitale distrutta, piena di immondizia e dove i turisti si fanno i selfie con gabbiani e topi».


Che giudizio, invece, dà rispetto all’ultima amministrazione conservatrice guidata da Alemanno?


«E’ stata positiva e soprattutto l’ultima sentenza, che c’è stata, ha totalmente riabilitato la figura di un sindaco onesto, pulito, che è stato martoriato dalla cosiddetta giustizia ingiusta».


A proposito di questi temi, nel collegio di Primavalle per le suppletive è in campo Palamara, ex togato noto per il suo libro denuncia “Il Sistema”. Cosa ne pensa della sua candidatura?


«E’ il cuneo per scalfire quella parte malata di magistratura, che disonora il 95% di magistrati che lavorano, garantiscono e tutelano la giustizia per la nostra nazione».


Di Edoardo Sirignano

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