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Folla al Campidoglio per le dimissioni della Raggi, il Codacons chiede commissariamento della città



I forti temporali previsti per il fine settimana che si abbatteranno su Roma sono destinati a passare in secondo piano rispetto alla bufera che investe il Campidoglio e il sindaco Raggi. Finita nel mirino, dopo l'assedio mediatico e dei rivali politici, anche di associazioni e di buona parte dei romani che le avevano dato fiducia nel voto del 2016, il giovane avvocato originario della borgata Ottavia è riuscita nello scopo di unire tutti o quasi in città sotto un unico vessillo, quello che la vuole fuori dalle istituzioni quanto prima possibile.


Dopo le accuse di immobilismo al governo della capitale, costato milioni di euro andati in fumo in provvedimenti mai varati, in una paralisi quasi totale dal punto di vista delle manifestazioni per rilanciare la città sul piano culturale e artistico, in un fallimento totale della manutenzione e del rinnovamento delle infrastrutture, specie quelle viarie, molti, moltissimi in città iniziano a chiedersi in che modo Roma possa continuare di questo passo fino a fine mandato. Ne è un segno tangibile la manifestazione che si è svolta quest'oggi in città a piazza del Campidoglio, promossa dal comitato #Romadicebasta, dove in migliaia sono scesi in strada per far sentire tutto il proprio dissenso verso un'amministrazione il cui unico reato contestato è quello della manifesta incapacità. Tanti cori e striscioni tra ilarità ("Raggi, una buca vi seppellirà" o "Quousque tandem abutere, Virginia, patientia nostra?" i messaggi più fotografati) e sdegno dei più accalorati. «In piazza per riprenderci la città, Roma dice basta» il commento di una delle tante attiviste presenti al sit-in.


Ciliegina sulla torta avvelenata che Virginia dovrà prima o poi ingoiare è l'esposto presentato dal Codacons a fine manifestazione. «Si attende la decisione del Prefetto di Roma, Paola Basilone, sull’istanza presentata dal Codacons in cui si chiede il commissariamento del sindaco di Roma, Virginia Raggi, in relazione al crescente degrado che attanaglia la capitale». Questo l'inequivocabile incipit del comunicato del Coordinamento delle associazioni per la difesa dell'ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori, la cui richiesta, mai come ora invocata in un virtuale plebiscito da una città sul punto di esalare l'ultimo respiro, è di commissariamento del governo della capitale da affidare a un commissario prefettizio in attesa di nuove elezioni. «Roma sta andando incontro alla distruzione più totale, e l’insoddisfazione dei cittadini sta facendo perdere consensi al Movimento 5 Stelle. La situazione di emergenza della capitale è sotto gli occhi di tutti, e non è più negabile nemmeno dai vertici del Movimento: alberi che ogni giorno si abbattono sulle automobili, buche stradali ovunque che provocano incidenti anche gravi, dipendenti comunali scontenti che protestano e scendono in piazza contro il sindaco, gestione rifiuti disastrosa con strade ricoperte di spazzatura, traffico sempre più caotico e trasporti pubblici in costante peggioramento. A tutto ciò si aggiunge il pessimo voto che i romani danno ai servizi pubblici erogati dall’amministrazione, con il grado di soddisfazione degli utenti tra i più bassi d’Italia». Questo il contenuto dell'esposto, che solleva un'altra questione non da poco in casa 5 Stelle. Dopo la lenta ma costante erosione dei consensi su scala nazionale ad opera della Lega, partita come fratello minore nella rocambolesca alleanza di governo e divenuta giorno dopo giorno sempre più rilevante nelle politiche nevralgiche dell'Italia dentro e fuori i propri confini, il disastro romano segnerebbe un'altra pesante diminutio del peso specifico che i pentastellati potrebbero esercitare già in occasione delle Europee. Tanti, troppi grattacapi per permettersi anche un crollo verticale dei consensi nel bacino romano, dove i grillini erano riusciti a strappare municipi storici a destra e sinistra.


Il disastro sembra ormai compiuto e irreversibile e come se non bastasse la tempesta potrebbe divenire autentica bufera con il pronunciamento del Tribunale di Roma sulla vicenda della nomina di Marra, in cui al sindaco è contestato il reato di falso. Se la Raggi fosse condannata ciò combacerebbe quasi certamente con la fine della sua breve, dilettantistica esperienza politica. Quando si dice una buca nell'acqua.

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