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Francia in rivolta contro il caro benzina voluto da Macron, in piazza l'assedio dei gilet gialli



Per ventiquattr’ore la Francia è stata messa sotto assedio dalla protesta dei “gilet gialli” il movimento che ha convocato una mobilitazione generale contro il caro benzina. Il bilancio di una giornata di alta tensione, con scontri, lancio di lacrimogeni, oltre 200 feriti e un morto, è pesante per il Presidente Macron che più volte è stato chiamato in causa dai manifestanti al grido, “dimettiti”. Il ministro dell’Interno non ha nascosto la gravità della situazione: «Il livello di preoccupazione è massimo».


La marcia dei ‘gilet gialli’ contro l’aumento delle accise del governo era partita con un tamtam sui social che in breve tempo è diventato virale. La protesta si è andata gonfiando di ora in ora, mentre gli scontri si sono propagati dagli Champs Elysees ai blocchi alla frontiera, compreso il traforo del Monte Bianco, tra la Francia e l’Italia, dove alcune decine di manifestanti hanno bloccato l’accesso al tunnel. Il movimento dei gilet gialli è nato nelle campagne del Paese dove il pieno di carburante costa di più ma ben preso ha coinvolto anche le città. La protesta per la decisione del governo di aumentare le accise è divampata anche per il fatto che nonostante il calo dei prezzi al barile del greggio di ottobre, i carburanti restano cari. Il costo è salito negli ultimi mesi del 20%. La benzina in Francia costa attualmente 1,48 euro. Secondo un sondaggio il 73% dei francesi appoggia la mobilitazione.


Per il Presidente Macron questo è un altro duro colpo. Secondo un recente sondaggio solo Secondo il 31% dei francesi si dice soddisfatto per l'azione del presidente. Il risultato di Macron è peggiore di quello dell'ex presidente Francois Hollande nello stesso periodo del precedente quinquennato (32%). Dopo oltre un anno di comunicazione praticamente perfetta, Macron ha iniziato ad accumulare negli ultimi mesi guai e polemiche. Ha cercato di rifarsi puntando sulla politica estera ma l’indebolimento della Cancelliera tedesca Angela Merkel e dell’asse privilegiato con Berlino, ha messo Macron in crisi anche su questo fronte. Non è andata meglio in Libia dove le sue mire espansionistiche sono state bloccate dall’Italia e dagli Stati Uniti di Trump. I francesi, vedono nel capo dell’Eliseo, un presidente interessato esclusivamente alla tutela dei ricchi, distante da quelli che sono i problemi della società. Un Presidente che più che dalla parte dei ceti in difficoltà, sembra essere vicino alle istanze dei grandi gruppi industriali. E questo non glielo perdonano.

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