Intervista esclusiva a Paola Frassinetti, vicepresidente della Commissione Cultura della Camera
Onorevole #PaolaFrassinetti, lei che ne pensa del pasticciaccio brutto del concorso per dirigenti scolastici del 2017? Le sembra possibile che un concorso nazionale sia diventato una lotteria paesana con trentotto sottocommissioni, disseminate in sedi anche strambe come San Bonifacio e Acquaviva delle Fonti e autoproclamatesi granducati indipendenti e sovrani, che si sono sbizzarrite alla prova orale promuovendo chi tutti chi quasi nessuno?
Penso sia un vero scandalo, anche perché questi concorsi, che dovrebbero celebrarsi ogni tre anni, spesso arrivano dopo sette o otto anni. Quindi, in una situazione di per sé anomala, si è inserito un concorso pieno zeppo di gravi irregolarità, oggetto di ricorsi giudiziari anche in sede penale. Sei procure stanno indagando. L’ipotesi di reato è di falso aggravato.
Che cosa può fare la politica per porre un riparo a una ingiustizia così evidente?
Bisogna assolutamente trovare una soluzione extragiudiziaria e politica che riguarda tanti distretti scolastici e tanti candidati costretti ad assistere a irregolarità di ogni tipo.
La politica grida il suo sdegno da destra a manca ma, tanto per cambiare, non agisce…
Per quanto ci riguarda non è vero. Fratelli d’Italia ha presentato diversi emendamenti, prevedendo per gli ammessi all’orale, vittime di una macroscopica disparità di trattamento, un corso intensivo di formazione su base regionale di centoventi ore con una prova finale per il loro reintegro negli organici dei dirigenti scolastici. Anche per risolvere il problema delle reggenze che stanno tappando i buchi in tantissimi distretti.
Si è data una spiegazione su quanto è accaduto? Proprio la scuola, che per mestiere esamina, è rimasta vittima degli strafalcioni di chi era chiamato a esaminare i candidati a dirigerla…
Un esempio deplorevole, causato da una imperdonabile superficialità e da una totale mancanza di coordinamento. Le trentotto sottocommissioni non si sono mai riunite. Non c’è stata una linea di indirizzo. Non c’è stata una linea comune. Il quadro finale è quello di irregolarità diffuse a macchia d’olio. Ci sono stati inottemperanze relative al collegio giudicante. Mancavano gli esaminatori oppure c’erano ma stavano spudoratamente al telefono durante le interrogazioni. E i criteri di selezione hanno seguito i percorsi più disparati, con la verifica di valutazione che è stata cambiata dopo due anni e domande meccanicamente ripetute senza alcun criterio dopo un minuto.
Ci fermiamo qui o c’è dell’altro?
A me risulta che ci sia stata addirittura una manipolazione dei file con codici che potevano ricondurre al nome dei candidati. E’ mancata una cabina di regia. Sono venuti meno il controllo e la vigilanza. Il risultato, che è sotto gli occhi di tutti, è stata una clamorosa e inaccettabile disparità di trattamento fra i docenti candidati alla dirigenza scolastica.
I dirigenti scolastici, che la scuola dovrebbero dirigere, sono stati messi alla berlina come scolaretti sprovveduti…
Sì, il trattamento loro riservato è stato umiliante. Sappiamo tutti come sia difficile gestire una scuola, specie durante il periodo buio e tempestoso della pandemia. Quelli che dovrebbero i essere fari della scuola nel territorio sono stati mortificati, la sua espressione rende bene l’idea, come degli scolaretti alle prime armi.
E peraltro costretti a raggiungere anche con mezzi di fortuna sedi sparse a spruzzo nei meandri della penisola…Alcune sedi sembrano l’incipit di una barzelletta…
È proprio così. Una irragionevolezza a tutti livelli, compreso quello geografico che lei segnala. Questi concorsi vanno ripetuti nell’arco massimo di tre anni e dislocati in luoghi dove tutti possano accedere, a seconda della residenza, in modo agevole. Basterebbe un po’ di logica. Quella logica che in questo caso si è infranta contro le irregolarità e le assurdità di un concorso tremendamente simile a una lotteria. Anzi a trentotto lotterie.
di Antonello Sette
Comments