“Sono dei fuorilegge”. Il ministro dell’Interno, nonché vicepremier, nonché leader della Lega, nonché ‘Capitano’ di tutti gli italiani che gli immigrati li vogliono vedere, se non proprio morti nel mare Mediterraneo, di certo lontani da casa loro (e parliamo, purtroppo, della stragrande maggioranza degli italiani), Matteo Salvini, parla così dell’equipaggio della “Sea Watch 3”, la nave con 42 migranti, che, dopo aver bordeggiato per giorni appena fuori dalle acque territoriali italiane e dopo essere stata per ore, ieri, ferma appena a un miglio dall’isola di Lampedusa, ora si sta avvicinando alla terraferma. “E con l’Olanda non finisce qui”, dice Salvini. I Paesi Bassi hanno infatti sostenuto di non essere obbligati ad accogliere i migranti a bordo di una nave che batte, appunto, bandiera olandese.
Nessuna apertura arriva dall’Olanda
Nessuna apertura all’Italia, però, arriva dall’Olanda: “Come il governo olandese ha affermato da tempo, comprendiamo le preoccupazioni dell’Italia e riconosciamo i suoi sforzi nel frenare la migrazione incontrollata verso l’Ue. È anche noto che il governo condivide le preoccupazioni riguardo alle azioni della Sea-Watch 3. I Paesi Bassi si assumono la responsabilità sul fatto che la barca batte bandiera olandese, ma ciò non significa che prenderemo anche i migranti”, dice il ministro olandese delle migrazioni, Ankie Broekers-Knol, in risposta alle dichiarazioni del ministro Salvini.
La Sea Watch 3 è a un miglio da Lampedusa
La Sea Watch 3, intanto, dopo essere stata per ore ferma a un miglio dall’isola di Lampedusa, si sta avvicinando alla terraferma e potrebbe essere in procinto di attraccare al molo commerciale. Gli uomini della Capitaneria di porto hanno fatto allontanare dal molo due grossi pescherecci per liberare il punto di ormeggio. Fino ad ora, tuttavia, non vi sono conferme ufficiali del possibile sbarco della nave.
Il premier Conte: “Atto di gravità inaudita della nave”
Per il premier, Giuseppe Conte, decisamente imbarazzato – come anche i 5Stelle – dalla piega presa dagli eventi, “il comandante, ritenendo che solo l’Italia sia l’unico approdo, ha assunto una condotta di una gravità inaudita: ora la questione è in mano alla magistratura italiana”. Intervenendo da Osaka, in Giappone, a margine del G20, Conte ha sottolineato che la competenza, ora, “è della magistratura, non della politica”, visto che “c’è una palese violazione delle regole internazionali”.
L’esposto della nave alla procura di Agrigento
In questi giorni, la comandante della “Sea Watch 3” ha presentato un esposto alla procura di Agrigento affinché si valutino “eventuali condotte di rilevanza penale” da parte delle “autorità marittime e portuali preposte alla gestione delle attività di soccorso” e per chiedere che venga valutata “l’adozione di tutte le misure necessarie” per consentire lo sbarco dei migranti “e porre fine alla situazione di gravissimo disagio” a cui sono sottoposti.
Le soluzioni possibili, al momento, sono due
Le soluzioni possibili, scartando ovviamente l’ipotesi che la Sea Watch si allontani da Lampedusa alla ricerca di un porto diverso da quello italiano, sono due: quella prospettata dal ministro Salvini, vale a dire un accordo ‘diplomatico’ con la Ue per la ridistribuzione dei 42 migranti, accordo che coinvolga Olanda e Germania, o un provvedimento di sequestro della polizia giudiziaria o dell’autorità giudiziaria che, come già avvenuto proprio per la “Sea Watch 3”, ma anche per la nave di Mediterranea -Saving Humans “Mare Ionio”, consentirebbe di far arrivare l’imbarcazione in porto e far scendere i migranti.
Cosa rischia la ‘capitana’ della nave, Carola Rackete
Al momento, inoltre, secondo quanto si apprende da varie fonti, non è stata formalizzata alcuna denuncia né nei confronti della capitana Carola Rackete, balzata agli onori delle cronache, che rischia - oltre al reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina - anche la contestazione del reato di mancato rispetto dell’ordine di arrestare l’imbarcazione da parte di una nave da guerra, come già successe per il comandante e il capo missione della nave “Mare Ionio”, né dell’equipaggio. L’indicazione è di attendere che la situazione si sblocchi per via diplomatica. Salvini ancora stamattina ha ribadito la linea dura (“la capitana ha violato la legge e pagherà conseguenze”) e il ministro dell’Agricoltura, Gian Marco Centinaio, gli ha dato man forte sostenendo che “Salvini è fin troppo democratico”. Una disponibilità ad accogliere la nave della ong tedesca è arrivata dal neo-eletto sindaco del Pd di Livorno, Luca Salvetti: “Il nostro porto è aperto”.
I parlamentari dell’opposizione salgono a bordo
Intanto, una delegazione di parlamentari è salita a bordo della “Sea Watch 3” per incontrare i volontari della ong ed avere un quadro più chiaro della situazione. Tra di loro ci sono Graziano Delrio, capogruppo del Pd alla Camera, Matteo Orfini, ex presidente del Pd, e Davide Faraone, segretario regionale del Pd siciliano, ma anche Riccardo Magi (+Europa) e Nicola Fratoianni (Sinistra italiana). Orfini denuncia: “Come a Siracusa, una volta saliti a bordo ci hanno chiesto i nomi. Siamo abituati: allora ci hanno denunciato e noi abbiamo contro-denunciato, perché è nostro diritto ed è nostra prerogativa (di parlamentari, che hanno potere ispettivo in qualsiasi luogo, ndr.) essere qui”.
“La situazione è drammatica” denuncia Orfini (Pd)
A bordo della nave sono saliti, con i politici, anche giornalisti, cameramen e fotografi. I parlamentari hanno spiegato di volere “esercitare”, appunto, le loro “prerogative ispettive”. Sulla nave sono presenti anche uomini della Guardia di finanza per ulteriori controlli. “Graziano Delrio sta parlando con la Capitaneria di porto per cercare di capire se siamo nelle condizioni di sbarcare i migranti della nave il più presto possibile”, dice Davide Faraone, sempre parlando a bordo della “Sea Watch 3”. Per Orfini “la situazione è abbastanza drammatica. Questa è una barca che non è attrezzata per il trasporto lungo di persone. Queste sono persone che scappano da un paese in guerra e che ora si trovano recluse su una barca e che cercano di capire se è vero quello che oggi è stato detto loro. E cioè che oggi si risolverà la vicenda”. Ancora Graziano Delrio spiega: “Siamo a bordo della ‘Sea Watch 3’ in attesa di una soluzione vera. La Capitaneria e la Guardia di finanza stanno aspettando ordini. La soluzione non è lontana. Ma finché non c’è, e con il porto vicino, c’è tensione. Noi staremo qui finché non vanno tutti a terra”.
La Ue “segue da vicino” l’evolversi della situazione
Sul caso è intervenuto anche il commissario europeo all’Immigrazione, Dimitris Avramopoulos: “La Commissione Ue è coinvolta da vicino nel coordinarsi con gli Stati membri per trovare una soluzione per ricollocare i migranti della ‘Sea Watch 3’ una volta sbarcati”. Poi Avramopoulos dice: “Alcuni Stati stanno mostrando la volontà di partecipare a tali sforzi di solidarietà”, ma “la soluzione per le persone a bordo è possibile solo una volta sbarcate. Per questo spero che l’Italia contribuisca ad una veloce soluzione per quanti sono a bordo”. Secondo il commissario Ue “Occorrono soluzioni strutturali, basate su responsabilità condivisa, solidarietà e collaborazione con i nostri partner sull’altro lato del Mediterraneo”.
Da registrare anche la risposta della portavoce della Commissione europea a chi le chiedeva di commentare se ci siano delle conseguenze per un Paese che non rispetta l’obbligo di registrare i migranti – come pure ha minacciato di fare Salvini - e se ci saranno delle conseguenze: “C’è la legge europea, prescrive che tutti i nuovi arrivati sul territorio europeo devono essere registrati e devono essere prese le loro impronte digitali, non ci sono eccezioni a queste regole e le conseguenze sono le procedure di infrazioni, ma non siamo a questo stadio”. Insomma, almeno per ora, l’Italia rischia ancora la ‘procedura di infrazione’ per eccesso di deficit, ma non quella per ‘eccesso di disumanità’ nei confronti dei migranti…
di Ettore Maria Colombo
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