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Gen. Milillo: «Rivalutare il concetto di Sicurezza per nuove strategie economiche e sociali»

Aggiornamento: 2 feb 2019



Una platea trasversale di professionisti del settore, personalità delle istituzioni, tecnici e rappresentati delle aziende ha accolto con grande apprezzamento il primo dei tavoli telematici proposti dalla Fondazione Italiana per la Legalità e lo Sviluppo, in partnership con KSM SpA, Istituto di Vigilanza ARGO e Federmanager Roma, dal titolo “Mediterraneo. Società e Città Sicure”, inserito nel programma itinerante previsto per il 2019: “Sicurezza Italia”. Una tavola rotonda in cui il tema sicurezza è stato il vero fulcro di dibattito, con tutte le tematiche ad esso collegate, e in cui le professionalità e competenze messe in campo dai relatori hanno contribuito a suggerire e proporre nuove iniziative e strade per la risoluzione di problematiche già esistenti sul territorio italiano e per contrastare le future criticità e rendere «ancora più impermeabili le aziende, la Società Civile e le imprese» dagli interessi delinquenziali. Fondamentale in tal senso il connubio tra istituzioni e privato, nell'ottica di una cooperazione che garantisca una maggiore copertura territoriale da parte delle forze dell'ordine e degli agenti di sicurezza privata.


Ad aprire l'evento, tenutosi presso il circolo Casa dell'Aviatore a Roma, il presidente della Fondazione Italiana Legalità e Sviluppo, il Generale dei Carabinieri in congedo Giuseppe Fausto Milillo, che ha posto l'attenzione su un concetto fondamentale, il «binomio tra Sicurezza e Legalità» quale motore per una nuova «crescita economica» e «premessa indiscutibile ed indispensabile per rimodulare e dettare nuove ipotesi e nuove strategie imprenditoriali e sociali». Quello della Sicurezza è infatti un tema centrale sia per quanto concerne il presidio del suolo italiano, sia per quanto riguarda la gestione dei flussi migratori, vera sfida del nostro continente e che deve necessariamente coinvolgere tutte le parti in causa, istituzioni, privati e forze dell'ordine, in un piano condiviso che non può riguardare solamente l'Italia, ma che deve essere priorità anche per l'Europa. Ha parlato in seguito il Presidente di Federmanager Roma, partner dell'evento, Giacomo Gargano, che ha anticipato l'intervento del Procuratore Aggiunto della Procura di Benevento Giovanni Conzo. In rappresentanza delle sigle associate, delle aziende e delle professionalità tutte si sono susseguiti gli interventi di Fabrizio Luciolli, Presidente del Comitato Atlantico Italiano, Umberto Saccone, Presidente IFI - Intelligence & Fraud Investigation, Andrea Chittaro, Presidente AIPSA (Assoc. Italiana Professionisti Security Aziendale) che ha rimarcato la necessità di un piano strategico per la tutela della sicurezza e della salute degli operatori italiani nei Paesi del Mediterraneo così detti "a rischio". A seguire è intervenuto il Presidente di Federsicurezza Luigi Gabriele, prima dell'Assessore alla Sicurezza e Legalità

della Regione Campania Franco Roberti, per cui il contrasto della criminalità territoriale passa per un coinvolgimento necessario delle forze di polizia private a sostegno degli agenti di pubblica sicurezza. Le conclusioni del dibattito sono state affidate a due esponenti dell'esecutivo, il Sottosegretario al Ministero degli Interni, l'On. Stefano Candiani, autore di un articolato e puntuale intervento sui temi interconnessi di legalità e sicurezza, sulle prospettive future del Paese in merito all'annosa questione migratoria e dal Sottosegretario al Ministero della Difesa On. Angelo Tofalo, il cui contributo, particolarmente apprezzato al pari del precedente, si è focalizzato sulle sfide future per l'Italia e per l'intero mondo globalizzato attorno al tema sicurezza: «È inutile parlare di difesa del suolo, dei cieli, dei mari e dello spazio – ha asserito il deputato grillino – se poi non riusciamo a esser competitivi nel quinto dominio, dove si giocheranno le sfide future, e proteggere le nostre reti». Il riferimento è al mondo del cyber, la nuova frontiera che ha letteralmente invaso le nostre vite e su cui il governo si dice pronto a legiferare e a vigilare. Per Tofalo «la Sicurezza

è uno dei principali punti del programma del Governo. Un aspetto che non coinvolge solo il Ministero della Difesa bensì tutti i Dicasteri che orientano gli sforzi verso una direzione comune per rendere più sicuro il Paese. A questo si aggiunge una politica forte che mira a rilanciare l’Italia all’estero puntando sulle nostre eccellenze industriali e sulle aziende, anche quelle più piccole che puntano sulle tecnologie innovative».


Abbiamo rivolto qualche domanda al Generale Milillo per fare un quadro dell'incontro, di quanto emerso dalla tavola rotonda e degli sviluppi futuri dell'iniziativa “Sicurezza Italia”.



Generale Milillo, cosa è emerso dall'incontro Mediterraneo. Società e Città Sicure”?


«La conferenza è stata un successo in quanto ha consentito alle molteplici personalità che sono intervenute di delineare un quadro esaustivo e che comprendesse tutti i punti di vista sul tema Sicurezza e Legalità. Ogni relatore ha contribuito alla causa portando la sua competenza, esperienza e professionalità. Questo era solo il primo passo di un percorso che porteremo avanti durante tutto il corso dell'anno»


Un particolare accento è stato posto sulla necessità di un più stretto connubio tra pubblico e privato nella lotta contro l'illegalità


«Assolutamente, è un concetto che è stato ribadito più volte a riprova che su questo si può ancora fare molto. È emersa la necessità di un rafforzamento delle forze di vigilanza privata in aggiunta a quelle di pubblica sicurezza, il tutto in un quadro che sia adeguatamente coordinato dalla massima autorità giudiziaria in modo funzionale e sempre migliore. Ad esempio un più repentino e diretto coinvolgimento degli agenti di vigilanza privata nella ricerca di eventuali latitanti o nelle opere di prevenzione alla criminalità può e deve essere un primo importante passo»


Spetta alla politica il primo passo perché questo connubio possa realizzarsi?


«Certamente i tavoli di discussione e di prima attuazione sono una prerogativa delle istituzioni per mezzo dei Ministeri competenti. Grande spazio in iniziative analoghe possono ritagliarselo i Comuni mettendo in atto provvedimenti di grande intelligenza operativa, dedicando una minima parte di spesa alla vigilanza privata e incrementando quella già attiva delle polizie locali, più impegnate in attività amministrativa e di circolazione stradale. Fondamentale è il ritorno al concetto di "vigilanza di quartiere": una vigilanza che sia molto valida e che risponda alla massima autorità in tema di pubblica sicurezza, la questura. Il "carico" derivante dalla questione Sicurezza, in tutti suoi aspetti, sarebbe così suddiviso tra più soggetti a livello locale, con un coordinamento centrale che ne garantirebbe la funzionalità e tempestività»


Ampliando l'orizzonte delle tematiche affrontate, quale altra criticità è stata maggiormente evidenziata durante la tavola rotonda?


«Parlando di Mediterraneo non poteva non esserci una menzione alla questione dei flussi migratori. Con la parola "migranti" oggi si intende una pluralità di concetti che vanno dalla fede alla coscienza, dall'educazione alle nuove frontiere del mondo del lavoro e ovviamente a quello centrale della sicurezza: oggi non esiste un piano reale e funzionale che preveda l'integrazione di questa ingente massa di persone, che finiscono nel circolo dell'accoglienza che è in realtà assistenza senza alcuna prospettiva»


Da dove occorre iniziare per rivedere in toto la questione, dagli sbarchi alla conseguente accoglienza?


«Il tema centrale è legato all'odiosa tratta di esseri umani che è ormai in auge nelle tratte del Mediterraneo. Per scardinare questo business serve un coinvolgimento di tutta l'Europa e non solamente dell'Italia, che è la prima vittima in termini di numeri e conseguenti disagi. Parlando con uno dei relatori dell'incontro, il Procuratore Aggiunto della Procura di Benevento, Giovanni Conzo, è emerso un dato allarmante circa l'incremento vertiginoso degli ultimi anni della presenza sul nostro territorio di esponenti della malavita nigeriana, tra le più potenti ed infiltrate di tutto il mondo, che, per come è strutturata al momento l'accoglienza nel nostro Paese, riescono ad eludere i controlli e le ricerche da parte delle Forze dell'ordine. Il bisogno di rinsaldare il binomio tra Sicurezza e Legalità diviene oggi una necessità impellente e l'Italia, a prescindere da qualsiasi visione politica, non può più permettersi di accettare ed essere vittima di tale flusso di esseri umani»


Quali sono le prossime iniziative legate al programma itinerante “Sicurezza Italia”?


«I prossimi tavoli tematici avranno come target principali le tematiche ambientali e della cyber-sicurezza e si svolgeranno tra marzo e maggio. Inoltre, nel corso di altri incontri programmati durante l'anno, verranno approfondite le tematiche emerse dalla tavola rotonda di Mediterraneo. Società e città sicure col fine di tradurre in realtà i propositi emersi».


di Alessandro Leproux

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