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Genova, aumenta il bilancio delle vittime e molti gli sfollati: ipotizzato omicidio colposo



Il crollo del ponte Morandi è un evento che ci riguarda tutti da vicino. Non solo i genovesi, non solo i liguri, ma tutti gli italiani. È qualcosa che, purtroppo, segnerà il nostro paese nel profondo, e andrà sempre ricordato come monito per il futuro. Ci deve ricordare che c'è un grosso problema di sicurezza nella nostra nazione, e che va corretto il prima possibile. Tutti hanno il diritto di usare mezzi di trasporto per spostarsi nella propria città, e deve essere garantita la stabilità delle infrastrutture su cui ci muoviamo. Non possiamo muoverci nel terrore che un enorme viadotto ci caschi in testa, o che un giorno potremmo non ritrovarci più il terreno sotto i nostri piedi, o ancora che un camion esploda per mancanza di norme di sicurezza. Proprio per questi motivi sono ancora più difficili da sopportare i numeri delle vittime riportati nelle ultime ore. Nella scorsa notte le ricerche tra le macerie del ponte sono proseguite, ma non sono stati ritrovati altri corpi. Ciò tuttavia non vuol dire che non ce ne siano. Abbiamo creato un'enorme necropoli dentro a un capoluogo, e i suoi abitanti aspettano solo di essere ritrovati e sepolti come si deve. Al momento la prefettura di Genova ha accertato trentotto vittime con l'ultimo bilancio provvisorio, con anche quindici feriti di cui nove in codice rosso. «Ci potrebbero essere ancora dieci-venti persone disperse», fa sapere Francesco Cozzi, procuratore capo di Genova. E chissà, di queste, quante riusciremo a recuperarne. Il coordinatore delle indagini per il crollo del ponte Morandi ha affermato inoltre: «Di fronte a una tragedia del genere non voglio sentir parlare di limiti di spesa o di norma». Infatti sono stati ipotizzati reati di omicidio colposo plurimo, disastro colposo conseguente a crollo di costruzione e attentato colposo alla sicurezza dei trasporti.


Alla procura di Genova non si esclude nemmeno l'ipotesi di omicidio colposo stradale, anche se «è prematuro perché dipende tutto dalle possibili configurazioni di scenario», ribadisce Cozzi. «È prematuro anticiparlo perché significherebbe inquadrare in un certo modo le possibili cause e ipotecare un qualcosa che ancora si deve conoscere. Al momento le ipotesi di reato sono tutte a carico di ignoti perché bisogna individuare prima le possibili cause», conclude. In memoria di coloro che sono andati perduti per sempre in quella fatidica mattina, si svolgeranno sabato 18 agosto alle ore 11:00 i funerali delle vittime, come funerali di Stato. Questo si apprende da fonti prefettizie confermate dal Comune. La funzione si terrà alla Fiera di Genova nel padiglione Jean Nouvel, e tra i componenti del Governo potrebbe esserci anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. I funerali saranno celebrati dall'arcivescovo di Genova, cardinale Angelo Bagnasco, che nel pomeriggio ha parlato con il sindaco Marco Bucci.


Un risvolto positivo è rintracciabile nell'impegno del presidente della Regione Liguria Toti, che ha annunciato che «già nei prossimi giorni ci saranno trenta case disponibili per gli sfollati a causa del ponte Morandi. Altre cento arriveranno più tardi ma l'impegno è di dare una casa a tutti entro la fine dell'anno». Toti ha ribadito che le case sotto il ponte «non potranno essere più riabitate». Non solo quindi una perdita umana, ma anche materiale. Sparisce così una parte di Genova, che non tornerà mai più indietro. Con il passare delle ore «è poco probabile trovare superstiti sotto le macerie di ponte Morandi. Alcuni feriti sono ancora gravi, uno preoccupa in maniera particolare» conclude Toti.


di Alessio La Greca

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