Rischio nell’aria da giorni: interrogherò la Lamorgese.
“Dopo quello che è successo a Napoli e a Roma era chiaro che anche a Torino sarebbe successo qualche cosa». Il parlamentare Giacomo Portas, fondatore dei Moderati, ha fatto un giro in centro per rendersi conto della situazione. «Non ho mai visto situazioni del genere. Forse le forze dell’ordine hanno evitato una reazione dura per evitare che il quadro degenerasse Ma sto pensando di presentare un’interrogazione al ministro Lamorgese per capire che cosa è successo a Torino. Il parlamentare Giacomo Portas, fondatore dei Moderati, ha fatto un giro in centro per rendersi conto della situazione.
Crede che si sarebbe potuta controllare di più la situazione da parte delle forze dell’ordine?
Non ho mai visto situazioni del genere. Forse le forze dell’ordine hanno evitato una reazione dura per evitare che il quadro potesse ancora degenerare. Non so. Sto pensando di presentare un’interrogazione al ministro Lamorgese per capire che cosa è successo a Torino, dove abbiamo già avuto l’esperienza dei forconi, abbiamo Askatasuna, insomma, c’è una certa tradizione.
Che cosa poteva far pensare che sarebbe finita con una guerriglia?
Il manifesto anonimo che circolava da due giorni in rete non faceva presagire nulla di buono. E poi la doppia manifestazione. Quando si fanno 2 manifestazioni in contemporanea è perché da una parte si vuole far succedere qualche cosa. Di solito è così.
In piazza a Torino c’era anche la rabbia dei commercianti e delle altre categorie che hanno dovuto chiudere i battenti. Che cosa si dovrebbe fare?
A Torino ci sono 7 mila bar e ristoranti per un totale di 21 mila addetti. Sono tanti. È la prima azienda della città. Credo che il governo dovesse prima approvare i provvedimenti di “ristoro” poi chiudere con il dpcm. Anche il messaggio sarebbe stato differente.
Anche lei critica il governo?
Guardi, io questo governo non l’ho mai votato. Mi fanno semmai ridere i ministri che stanno al governo e poi lo criticano
Si rischiano problemi e spaccature sociali?
È brutto dirlo. Non è solo una questione di quantità di persone. Ventunmila sono tante. Ma c’è anche chi vive in nero. Non dovrebbe succedere, è illegale, ma succede. La vita reale è anche questo. E un cameriere che oggi lavora in nero in un ristorante e viene lasciato a casa cosa fa? E il titolare, che magari ha da poco ristrutturato il bar e ci ha investito tutti i suoi risparmi? Come va avanti ora? Parlo per tutti i settori fermati, pensate anche alla cultura, tra le varie compagnie e associazioni culturali, oppure per il mondo delle palestre e delle associazioni sportive. Bisogna ricreare un senso di comunità ristrutturato il bar e ci ha investito tutti i suoi risparmi? Come va avanti ora? Parlo per tutti i settori fermati, pensate anche alla cultura, tra le varie compagnie e associazioni culturali, oppure per il mondo delle palestre e delle associazioni sportive. Bisogna ricreare un senso di comunità.
Cosa intende?
A Napoli esiste il caffè sospeso. È un bel gesto. Lasciare un caffè per chi non se lo può permettere o è in difficoltà. Io propongo, è un invito che faccio ai torinesi e non solo, di prendere un caffè e pagarne due. Sarebbe un bel gesto. Non cambierebbe nulla, non si salverebbero i fatturati, ma i titolari dei bar si sentirebbero un po’ meno soli.
Ha paura che la situazione in futuro possa ancora degenerare?
Temo che questa pandemia e i provvedimenti che si devono prendere possano rendere più ampie le fratture sociali. Finché l’obiettivo è il politico, ci sta. E se gli improperi e gli insulti sono diretti a noi, e mi metto in mezzo, va bene. Abbiamo anche un ruolo di valvola di sfogo. Temo invece che qui si rischi che ci si sfoghi magari poi con il vicino di casa o con i genitori dei compagni di scuola del figlio.
Perché?
Perché poi la lotta rischia di essere tra i tutelati e i non tutelati. Il rischio è che l’invidia sociale porti a degli scontri più pesanti tra chi non ha nulla e chi magari, dipendente pubblico, oppure chi lavora in banca o alle poste, a fine mese può contare su qualche cosa di sicuro. Una situazione che mi preoccupa in prospettiva.
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