Un giallo in piena regola. Due cadaveri carbonizzati trovati nell’auto andata a fuoco, ma finora nessun evidente delitto e quindi nessun valido movente. Suicidio, omicidio-suicidio o assassinio? Da qualche ora, ci sono solo un presunto sospetto sotto torchio assieme ad altri nella caserma dei carabinieri di Torvajanica, nel Comune di Pomezia, sul litorale romano, dove ha sede anche la Compagnia dell’Arma che segue le indagini assunte dal Nucleo investigativo del Gruppo Frascati e coordinate dal pm della Procura di Velletri. Il terribile ritrovamento è di questa mattina intorno alle 9, in via Siviglia all’angolo con via San Pancrazio, a pochi passi dal mare. In mezzo al verde è stata trovata la carcassa incendiata di una Ford Fiesta di colore grigio con all’interno i cadaveri carbonizzati e irriconoscibili di un uomo e di una donna: lei sul sedile posteriore, lui davanti al posto di guida. Lì la terra è coperta dalla vegetazione incolta. E lì qualche minuto prima alcuni residenti hanno sentito il forte boato venire dai campi, fumo e fiamme alzarsi dal terreno e hanno avvisato vigili del fuoco e militari.
“LA MACCHINA E’ MIA, L’HO PRESTATA A MIA FIGLIA”
Dei corpi ancora non si può dire ufficialmente chi siano e come siano morti (anche se appare verosimile immaginarlo). Però dai rilievi sulla carrozzeria annerita i militari hanno trovato tracciata la pista imboccata per venire a capo del rebus: il numero del telaio e in parte anche quello della targa. E sono risaliti alla proprietaria: una signora di Pomezia settantenne. Arrivati a questo punto sembrava che i carabinieri si fossero avvicinati alla soluzione del caso. Ma non è stato così. Infatti, da qui è partito l’altro filo della matassa. L’anziana ha riferito agli investigatori che sempre stamattina presto ha prestato la vettura alla figlia, una 45enne. Lei dov’è? Non si trova. E’ uno dei cadaveri ritrovati? Anche questo non si sa. Non è stata neppure l’unica persona da cercare: da rintracciare c’è stata pure la figlia adolescente, quindi nipote della signora, per escludere che non fosse suo il corpo di donna malridotto rinvenuto sul sedile posteriore della Ford. Però, per fortuna poco dopo la ragazza è stata raggiunta viva e vegeta a scuola. Una bella notizia, eppure non basta per tirare un definitivo sospiro di sollievo. Infatti, c’è anche un altro mistero: di chi è il cadavere maschile nell’auto. Sembra che negli affari sentimentali della figlia dell’anziana ci siano stato un compagno e che ora ce ne sia un altro. Quest’ultimo è vivo ed è la persona che è stata a lungo ascoltata nella caserma dei carabinieri di Torvajanica. Invece l’altro non si troverebbe. E’ suo il secondo corpo carbonizzato? Inquirenti e investigatori speravano che qualche indicazione utile alle indagini potesse venire dalle immagini registrate dalle telecamere di sicurezza montate sui pali nelle due vie che s’incrociano e segnano l’indirizzo di questo atroce evento. Ma pare che a causa di problemi di alimentazione all’impianto non ci saranno i video sperati. Altre indicazioni sicuramente salteranno fuori dall’autopsia dei corpi carbonizzati.
LA SUGGESTIVA TESI DELLA MAFIA
In ultimo c’è la tesi suggestiva detta da alcuni residenti in zona, ripresa dall’agenzia Adnkronos, ma non sostenuta dai primi accertamenti degli investigatori. "Sono stati i clan mafiosi che lavorano tra Ardea e Torvajanica", hanno detto certi testimoni di questa mattina. Il riferimento è alla cosca siciliana dei Fragalà, di recente sgominata proprio dai carabinieri sul litorale romano dei Comuni di Pomezia e Ardea e rivelata grazie pure alle dichiarazioni di un pentito parente del presunto capo dell’organizzazione.
di Fabio Di Chio
Comments