Giampiero Mughini, giornalista e scrittore: “Il Governo è molliccio. Matteo Renzi un animale politico rabbioso. Dice cose giustissime, ma si accontenterà di farlo tremare”
“Giuseppe Conte guida il Governo con l’identico entusiasmo, di quando era alla testa di un altro Governo, di segno opposto”
“Cinquanta milioni di cartelle, recapitate agli italiani, in un momento come questo, non stanno né in cielo né in terra”
Mughini, il Covid imperversa e c’è, mi pare, una grande confusione sul che fare per fronteggiarlo. I colori delle zone cambiano in continuazione. Le serrande di bar e ristoranti si alzano e si riabbassano un giorno sì e un giorno no. Le scuole dovevano riaprire da una settimana dappertutto e, invece, solo tre Regioni hanno dato il via libera…
La risposta è semplice. La confusione è nella realtà. Il virus è nel pieno della sua azione. Migliaia e migliaia di contagiati al giorno, con un indice di positività, che ieri mi sembra fosse fra il tredici e il quattordici per cento. L’altro dato oggettivo è che, decessi, terapie intensive e malati di Covid a parte, l’economia del Paese è sommersa, distrutta, alterata, manomessa, ferita, e, quindi, il Governo arronza, il verbo rende perfettamente l’idea, nel tentativo di chiudere non troppo, di chiudere sì, ma senza esagerare. Questa è la situazione. Punto. E’ finito il discorso.
Veniamo al vaccino. Mio nipote, che ha venticinque anni e vive a Londra, sa già che si vaccinerà il 23 giugno all’ora e all’indirizzo indicati...
Che l’Italia sia differente dall’Inghilterra è una cosa, che sappiamo da alcuni secoli. Però, non stiamo andando neppure così male. Mi sembra di capire, per quello che può valere, che attualmente, per numero di vaccinati, siamo fra quelli in testa e non in coda. Pensare che l’Italia, da un momento all’altro, possa diventare l’Inghilterra, l’Olanda o qualche altro Paese del Nord Europa (risata fragorosa, n.d.r.) … è inutile stare ad aspettarselo. Un mio amico, che vive a Londra, mi ha parlato dei suoi rapporti con il fisco inglese, che gli dice regolarmente tutto quello che deve fare, quando, come e perché. Siamo l’Italia, un altro Paese, che ha altri meriti… (altra fragorosa risata n.d.r.).
Siamo anche il Paese dei raccomandati. A Modica, in Sicilia, quando si sono accorti che avanzavano alcune dosi, hanno vaccinato, di straforo, un anziano prete, che poi ha candidamente confessato la sua “colpa”. Il giorno dopo, a Modica si sono formate file di persone, che reclamavano lo stesso privilegio. La corsa a vaccinarsi, prima degli altri, rischia di diventare uno status symbol?
Non stiamo scoprendo nulla. Siamo il Paese della raccomandazione. La differenza è che qui si vuole passare avanti, al cospetto di un pericolo micidiale. Perché una cosa sono i ritardi della burocrazia, che è una pecca, un’ulcere del nostro Paese, un’altra cinquecento o seicento persone, che muoiono ogni giorno.
A proposito di burocrazia, sembra, che siano in arrivo cinquanta milioni di cartelle esattoriali, non si sa se da pagare per quello che sono, già rottamate o da rottamare…
Cinquanta milioni di cartelle sono tante. Significa una per ogni abitante…
Forse, a qualcuno ne recapiteranno una valanga…
Staremo a vedere. Naturalmente chi non ha pagato le tasse cinque anni o sei anni fa non è che sia un fior di galantuomo. Detto questo, non so che cosa succederà. E’ una situazione incontrollabile. Cinquanta milioni di richieste di denaro a un’Italia ferita, come lo è in questo momento, non stanno né in cielo né in terra. D’alta parte lo Stato qualche soldarello, da qualche parte, lo deve lo deve pur prendere per pagare i bonus, i ristori, le pensioni di invalidità, il vaccino, che è gratis, mentre io dico che, sopra un certo livello di reddito, non ci sarebbe niente di male a pagarlo dieci, quindici o ventidue euro, come si fa per i tamponi.
Passiamo alla crisi politica. Le sembra questo il momento del muro contro muro, dei duelli rusticani, delle minacce di crisi, in un Paese già martoriato dalla pandemia?
Vedo un Governo molto molliccio, a cominciare da Giuseppe Conte che ha guidato, l’uno dopo l’altro, due Governi di segno opposto, con l’identico imperscrutabile entusiasmo. In questa situazione contradditoria e, per l’appunto molliccia, si infila un animale politico rabbioso, come Matteo Renzi, che, dicendo cose giustissime, cerca di farlo tremare, non credo di abbatterlo, perché abbattere Conte significa entrare in un tunnel buio. Gli basta, credo, farlo tremare. D’altronde, uno scontro politico fra Conte e Renzi è micidiale (ride ancor più fragorosamente n.d.r.).
Nel frattempo, I Pd, per quanto si sforzi di predicare il contrario, si prepara a una santa e laica alleanza con i Cinqustelle…
Il Pd sa bene che non c’è un altro alleato possibile. In politica non contano i desideri, ma la realtà. E, quindi, il Pd non ha alternative all’alleanza con i Cinquestelle.
E giunto al fin della licenza… che cosa la fa più arrabbiare?
Mi fa arrabbiare tutto (risata finale, alla sua maniera, n.d.r.), ma sono un cittadino disciplinato e, quindi, non do fastidio a nessuno.
di Antonello Sette
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