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Gianfranco Rotondi: «Falso, non mi candido in Abruzzo»


Le notizie che danno Gianfranco Rotondi, leader di Rivoluzione Cristiana, candidato alle elezioni regionali d'Abruzzo del prossimo 10 febbraio non sono vere. «Non c'è nulla di concreto», dice una volta contattato telefonicamente.


Presidente Rotondi, abbiamo sentito rumors di una sua candidatura alle elezioni anticipate in Abruzzo dopo che l'ex governatore Luciano D'Alfonso ha optato per il Senato. Cosa c'è di vero?


«Abbiamo presentato la lista Democrazia Cristiana con Rivoluzione Cristiana e Udc unite. Abbiamo deciso di presentarci insieme in una lista eventualmente collegata al centrodestra che deve ancora decidere il suo candidato. Qualche giornale locale ha fatto il mio nome ma non c'è nulla di concreto. Io sono stato eletto pochi mesi fa nel collegio di Pescara, sono deputato d'Abruzzo e faccio la mia parte anche come vicepresidente di Forza Italia».


Quale sarà la piattaforma programmatica per la nuova Democrazia Cristiana che nasce in Abruzzo dall'alleanza tra Rivoluzione Cristiana e Udc?


«È necessario tornare a una politica meno social e più sociale, per un Mezzogiorno diverso: quando le altre regioni erano in difficoltà l'Abruzzo era il Nord del Sud, ma ora si fa la conta dei negozi che chiudono e delle aziende che falliscono, è un disastro. Quindi si deve partire da un ritorno al territorio, e per scendere maggiormente sul pratico e nei particolari si deve riprendere dalla piccola impresa e usare tutti i contributi europei che troppo spesso vengono mandati indietro per progetti che non vengono realizzati».


La Regione Abruzzo viene da un'alleanza di centrosinistra che a sua volta ne aveva sconfitto una di centrodestra, e alle politiche del 4 marzo ha visto il prevalere del Movimento 5 Stelle. Come si situerà politicamente la Democrazia Cristiana?


«La sinistra sta entrando in un lungo cono d'ombra, non penso che ci sarà una rivincita del Partito Democratico dopo la botta delle politiche, penso anzi che si accentuerà la caduta della Sinistra, è una tendenza europea. Il sistema elettorale maggioritario delle elezioni politiche esige alleanze e noi ci siamo alleati con il centrodestra, l'ipotesi più probabile è che si mantenga questa anche in Abruzzo. Sarà un centrodestra organico, con tutti dentro, dalla Lega a noi, ma a livello nazionale se i numeri saranno sempre più quelli del Trentino con tutto a Salvini noi non siamo quelli che salgono sul carro del vincitore».


Insomma l'alleanza col centrodestra strategica in Abruzzo potrebbe non essere confermata sul territorio nazionale, in prossime elezioni politiche?


«Un conto è un centrodestra guidato da Berlusconi, che è ormai uno dei leader del Partito Popolare Europeo, una figura inclusiva, moderata. Altra cosa è un eventuale polo di destra guidato da Salvini: in questa seconda ipotesi non penso che i democristiani saranno inclusi. In eventuali elezioni politiche anticipate pensiamo ad altro, io non mi ritroverei in una coalizione di destra».


di Paolo dal Dosso

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