Intervista esclusiva al Senatore Gianluigi Paragone, leader di Italexit e giornalista:
“Super Mario non s’è visto. La mantella da supereroe Draghi l’ha lasciata a Francoforte”
“Lo Ius Soli? Serve solo al Pd per rianimarsi a sinistra”
Paragone, mi sembra ci sia una grande confusione sotto il cielo europeo. Vaccini e vaccinazioni, che succede?
Succede che le multinazionali del farmaco fanno valere il potere negoziale dei contratti sottoscritti. La Commissione Europea è stata debole nelle trattative e ora ne paga il prezzo. Io credo che sulla questione vaccinale l’Europa abbia fatto il più clamoroso dei tonfi. Non aveva già precedentemente brillato su tante questioni, ma sui vaccini il flop è totale.
È un flop senza vie di uscita?
Se ne può uscire solo vedendo quello che c’è scritto sui contratti. L’Europa sta minacciando azioni legali ma, come si usa dire, can che abbaia non morde. Credo che le multinazionali abbiano il coltello dalla parte del manico. Puoi minacciare tutte le azioni del mondo, ma non vai da nessuna parte se la controparte ha in mano un contratto blindato... Scripta manent verba volant o, se preferisce carta canta.
A proposito di malefatte europee, due settimane fa si è riunita l’Organizzazione Mondiale del Commercio. All’ordina del giorno c’era la richiesta, avanzata da India e Sudafrica, di una moratoria sui brevetti per i vaccini, che avrebbe consentito ai Paesi del Sud del mondo di produrli autonomamente scongiurando così il protrarsi della pandemia per due o tre anni. Europa e Stati Uniti hanno detto no. Per non andare contro, suppongo, gli interessi delle multinazionali del farmaco…
Il Covid è un virus della globalizzazione e nella globalizzazione. Il problema dei brevetti dei vaccini non lo si può risolvere ora. Hai dato il potere a Big Pharma e lor signori se lo prendono tutto, a maggior ragione in un momento come questo. Credo, peraltro, che stiamo percorrendo una strada che non è l’unica percorribile e, forse, neppure la migliore delle strade possibili. Credo che a metterci al riparo possa essere il versante farmacologico più che quello vaccinale. Bisognerebbe trovare un farmaco che consenta a chi ha contratto il virus di guarire nel più breve tempo possibile. Anche il vaccinato alla fine rischia di contagiare altri. E poi non sappiamo neppure con certezza quale sarà l’efficacia di questi #vaccini rispetto alle varianti più aggressive, in primis la sudafricana.
Passiamo alla politica propriamente detta. Quale è il suo giudizio sui primi quaranta giorni del Governo di Mario Draghi?
Mi sembra assolutamente insufficiente. Che cosa ha fatto? Solo una cosa, che avrebbe potuto fare chiunque fosse dotato, a differenza di Giuseppe Conte, di un minimo di buon senso, quale era quella di sostituire Domenico Arcuri con qualcun altro. Però, poi, le scuole rimangono chiuse, i ristori hanno solo cambiato nome, senza risolvere i problemi e generando, anzi, solo scontenti un po’ ovunque. Per ora il tocco magico di #Draghi non lo sto vedendo e faccio fatica a vederlo anche in proiezione. A guardare questi quaranta giorni il famoso Super Mario non s’è visto. Si vede che la mantella da supereroe l’ha lasciata da qualche altra parte, probabilmente a Francoforte.
Infuria, si fa per dire, la polemica sullo Ius Soli…
Lo Ius Soli è un tema che serve al Pd per fare un po’ di rianimazione a sinistra. Sono cose loro. Credo che, in un momento come questo, lo #IusSoli sia un’esigenza avvertita solo all’interno del perimetro del Nazareno.
Che cosa l’ha più fatta arrabbiare in questo primo scorcio del 2021?
A me fa arrabbiare che siamo sempre fermi allo stesso punto.
In tutta questa confusione #Italexit va avanti?
Il partito cresce in continuazione. Copriamo ormai quasi tutto il territorio nazionale. Questo ci consentirà di tornare a fare politica attivamente non appena sarà possibile.
Il progetto dell’uscita dell’Italia dall’Europa è ancora attuale?
Lo sarà sempre di più fino quando l’inganno dell’Unione Europea sarà palese. Vedo, però, che già tutti stanno ammettendo che l’Europa sulla partita dei vaccini, che era la più importante, ha dimostrato di essere meno efficace della Gran Bretagna e assolutamente non all’altezza del compito.
La Gran Bretagna post Brexit…
Tutti aspettavano la Gran Bretagna alla prima prova della Brexit. Diciamo che per ora ci ha dato 6 a 0.
di Antonello Sette
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