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Gianluigi Paragone: «Mio Italexit sorprenderà alle prossime elezioni, unica voce contro l’Europa»

«Il Recovery Fund? Non risolve i problemi reali degli italiani»



Gianluigi Paragone, quale è lo stato di salute del suo Italexit, l’unico partito che ha il programma scritto nel nome?

«Gode di ottima salute. Stiamo aprendo sedi in tutte le Regioni. In alcune, come nel Veneto in Sicilia, più di una. Avanziamo alla velocità della luce».


Quale è il vostro obiettivo?

«Intanto, porre la questione in modo diretto e non subdolo. Vogliamo uscire dall’Unione europea e dalla Eurozona. Parteciperemo alle elezioni con questa parola d’ordine e porteremo, già al Quirinale nelle consultazioni con il Capo dello Stato, la voce e la rabbia degli italiani che non vogliono restare in Europa e che rinnegano l’euro come loro moneta. E che considerano l’Europa il nemico giurato dell’Italia e delle famiglie italiane, delle sue imprese piccole e medie».


E quale sarà la collocazione di Italexit nel panorama politico italiano?

«Vuole sapere se ci alleeremo con la Destra o con la Sinistra? Noi vogliamo uscire dall’Europa e, rispetto a questo obiettivo, la distinzione fra Centrodestra e Centro Centrosinistra è vecchia e inutile. La grande questione è se uscire o no dalle regole dell’Unione europea ed è una questione né di destra né di sinistra. Succubi dell’Europa sono praticamente tutti. Tutti convergono su un’Europa prona alla grande finanza, agli evasori legalizzati, alle multinazionali. Contro il lavoro e le piccoli imprese, contro il Mediterraneo, sacrificato all’Asse del Nord. Parlano la stessa lingua. Senza distinzioni.

Mi sta dicendo che sull’Europa sono tutti uguali? Anche Matteo Salvini?

Salvini, quando va dal Capo dello Stato, dice apertamente, anzi sbandiera, di non mettere in discussione l’adesione all’Europa. Noi non la mettiamo in discussione. La rinneghiamo. Senza giri di parole».


Ma il Recovery Fund non è, come dicono quasi tutti, un grande aiuto europeo?

«Assolutamente no. Il Recovery Fund non servirà a risolvere nessun problema reale. Con quei soldi non taglieremo drasticamente il costo delle bollette né pagheremo i debiti della Pubblica Amministrazione. Abbiamo nove milioni di cartelle esattoriali, le multinazionali che agiscono indisturbate e senza rispettare le regole, le banche che segnalano in tempo reale le insolvenze alla Centrale Rischi della Banca d’Italia. Insomma l’Europa seguita a restare fuori e distante dal mondo reale».


Quale è la sua previsione sul peso elettorale di Italexit. Uno, due, tre per cento…?

«Molto, molto di più. Supereremo, in ogni caso e di gran lunga, lo sbarramento elettorale. A qualunque punto percentuale decidano di porre l’asticella. E avremo un grande vantaggio in campagna elettorale. Più che le ospitate in tv e i giornali, a farci da traino saranno le malefatte europee. Più malefatte, più voti. L’Europa, sarà, per paradosso e contrappasso, il nostro più grande alleato».


di Antonello Sette


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