Professor Remuzzi, ieri record di decessi da aprile, contagi e ricoveri in crescita vorticosa, nonostante il 90 per cento di vaccinati. La gente è sconcertata. Le chiedo di fare chiarezza. Perché il virus imperversa. Si muore di omicron? E’ una variante che buca i vaccini?
Il virus imperversa per tre fondamentali ragioni. Innanzi tutto, i virus respiratori si diffondono molto di più in autunno e in inverno, anche perché si sta maggiormente in casa e ci si contagia nelle famiglie, ma anche nei ristoranti, nelle feste e in tutte le riunioni, che per varie ragioni si svolgono al chiuso. La seconda ragione è data dal fatto che abbiamo ancora fra i cinque e i sei milioni di non vaccinati. Sono loro che sostengono la diffusione del virus. I ricoverati in terapia intensiva sono per il novanta per cento persone non vaccinate o vaccinate, ma fragili, ovvero con una diminuzione della risposta immune per varie ragioni, che vanno dall’età a condizioni congenite e all’assunzione di farmaci, che inibiscono il sistema immune. Quelli in maggiore sofferenza sono i trapiantati di organi solidi.
Il nemico da battere si chiama omicron?
Nonostante omicron stia progressivamente sostituendo la variante delta, ad ammalarsi in modo grave sono ancora prevalentemente i contagiati dalla variante delta. Bisognerebbe paradossalmente sperare che omicron riesca a sostituire, al più presto e compiutamente, la variante delta. Una mutazione, che negli Stati Uniti non sta, però, avvenendo, anche se si deve tener conto del loro numero di vaccinati, che supera di poco il sessanta per cento, mentre noi, fra vaccinati e guariti, siamo al novanta. Purtroppo, abbiamo un numero ancora alto di non vaccinati. Se tutti avessero assunto le dosi programmate di vaccino, non saremmo nella situazione drammatica, che stiamo vivendo.
Le contromisure del Governo rispetto all’impennata della quarta ondata sono efficaci o si dovrebbe fare qualcosa di più e di diverso?
Per ora è stato deciso, a quel che so, solo il cambio del sistema di quarantena, che io considero ragionevole, semplice e ben spiegato. La riduzione del periodo di quarantena riguardano solo i vaccinati e i guariti. In questo modo stiamo andando, a mio parere, nella direzione giusta.
Lei è favorevole all’obbligo del green pass nelle scuole e nei luoghi di lavoro?
Sono favorevole alla scuola in presenza e a che ci debba essere, in un certo senso, anche un green pass per la scuola. Come nei luoghi di lavoro, un conto sono i vaccinati e un conto i non vaccinati e non capisco il ragionamento di chi parla di discriminazione, riferendosi a persone, che si discriminano da sole. Non vedo, quindi, dove sia il problema. Basterebbe che si vaccinassero per non essere discriminate. Siamo di fronte a un’emergenza, con un’impennata di casi e dobbiamo tutti fare tutto il possibile per far capire alle persone che il vaccino protegge anche dalla variante omicron. A confermarlo, in modo inequivocabile, è uno studio, appena pubblicato, di ricercatori di Harvard e di Israele. E’ una notizia estremamente importante, che ci fa capire che dobbiamo i vaccinare tutti quelli che possiamo vaccinare, compresi naturalmente i bambini e gli adolescenti, dai cinque anni in su. Per aprire le scuole, ma per farlo in sicurezza, bisogna vaccinare i bambini, che non rischiano niente, se si vaccinano, e rischiano moltissimo, se sono ricoverati negli ospedali. Nel mondo sono stati vaccinati sei milioni di bambini, senza che siano state segnalate problematiche particolari. I bambini, seppure con meno frequenza, si ammalano e, talvolta, anche gravemente. Basta vedere quello che accade negli ospedali pediatrici degli Stati Uniti, dove i posti letto sono tutti occupati dai bambini contagiati dal Covid.
Che cosa direbbe ai genitori, che hanno paura a vaccinare i propri bambini?
Direi loro che non c’è nessun motivo valido per non vaccinare i bambini. Questi sono i vaccini più efficaci e più sicuri che siano mai stati prodotti per qualunque altra malattia. Sono più sicuri non solo degli altri precedenti vaccini, ma anche di qualsiasi farmaco, compresa l’aspirina.
Nelle farmacie è arrivato il primo farmaco specifico per contrastare il Covid. Lei crede che sia efficace e possa diventare la soluzione?
Sulla pillola Merck c’erano grandi speranze, anche perché, a differenza degli anticorpi monoclonali, è somministrabile a casa, senza la necessità di un’ospedalizzazione. Ora l’originario entusiasmo si è affievolito, innanzi tutto perché si è successivamente visto che l’efficacia non è del cinquanta, ma di meno del trenta per cento. C’è, poi, il problema della somministrazione, perché la pillola Merck va somministrata immediatamente dopo la comparsa della malattia e, quindi, si dovrebbe, di volta in volta, prevedere, praticamente da subito, quali pazienti evolveranno verso un quadro clinico preoccupante. C’è un’ultima cosa che vorrei dirle.
Sempre riguardo ai farmaci anti Covid?
Sì, c’è un altro farmaco, prodotto da Pfizer, che è davvero molto interessante, perché protegge più dell’ottanta dei pazienti e perché potrebbe addirittura funzionare contro tutte le varianti del Coronavirus e teoricamente anche contro altri virus.
di Antonello Sette
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