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Gli inceneritori dividono ancora il governo, Conte e Di Maio firmano intesa «per spegnere i fuochi»



Rifiuti e inceneritori ancora al centro del dibattito politico quanto della spaccatura insita alla squadra di governo Lega-5Stelle. Giornata calda oggi quella del vicepremier in quota grillina Luigi Di Maio, recatosi in mattinata a Pomigliano d'Arco, appena fuori Napoli, per un incontro con studenti in protesta e disoccupati, prima di partire alla volta di Caserta, per incontrare nel pomeriggio un corteo di migranti in protesta. Un'intera giornata nella sua Campania con pochi spunti per sorridere e molte beghe da risolvere. In primo piano ancora il tema discusso degli inceneritori che sta letteralmente spaccando la maggioranza di governo e a testimoniare la criticità degli eventi il botta e risposta, in presa diretta, tra i due vicepremier, con Matteo Salvini collegato direttamente da Milano per non perdere una battuta (e preparare eventualmente un'adeguata risposta) del suo collega e omologo.

Gli inceneritori? «Oggi parlare di inceneritori è come parlare della cabina telefonica col telefono a gettoni. Qualcuno può essere anche ancora affascinato dal vintage ma sempre vintage rimane». Liquida la questione con una battuta, Di Maio, o quanto meno prova a stemperare toni che si fanno via via più accesi col passare dei giorni.


Lo scontro su uno dei capisaldi del programma pentastellato (quello della salvaguardia dell'ambiente e delle ricadute sulla salute della collettività) si gioca su un tavolo nuovo, visto che stando al contratto di governo stipulato dalle due forze all'inizio dell'avventura, il capitolo inceneritori non è contemplato e proprio su questo fa leva la retorica grillina, a cui si contrappone la visione "del fare" leghista che vorrebbe sorpassare i vincoli del contratto di governo. Di Maio approccia il suo discorso con uno spiraglio di apertura, ricordando che «come sempre alla fine tutte le diversità di vedute nel governo si superano. Quando ci vediamo e ci mettiamo al tavolo alla fine si va sempre va avanti». «Dobbiamo investire sulla differenziata», ha proseguito il capo politico del M5S, «perché si creano più posti di lavoro. Con la differenziata siamo al 50 per cento e facendo una norma nella legge di bilancio in cui si dice che se produci meno immondizia paghi meno Tari vedrete che in pochi anni possiamo arrivare a percentuali in media Ue». Insomma, uno sguardo ottimistico al futuro, mentre l'emergenza attanaglia ancora la Campania e i roghi sembrano non cessare, nonostante la messa in sicurezza di molti siti a rischio, infatti, ne sorgono di nuovi con scoraggiante celerità.


Come celere è arrivata la replica del capo della Lega da Milano, che lancia un monito e contrappone una diversa visione di Paese «che non torni indietro». Per Salvini, infatti, i termovalorizzatori «se gestiti bene e controllati bene, portano più salute ed economia». Guarda alle esperienze estere Salvini, e aggiunge che «i rifiuti ovunque nel mondo significano ricchezza, energia e acqua calda. A Copenaghen inaugureranno inceneritori con pista di sci e una parete di arrampicata mentre altrove solo musei». Intanto anche dal Blog delle Stelle arriva un richiamo alle armi e all'ordine, traducibile in una letterale e inamovibile condotta che sia vincolata dai principi sanciti nel contratto di governo: «Il contratto di Governo tra M5S e Lega in tema di rifiuti parla chiaro. Parla di "Modello Treviso" che ora guida il Veneto più virtuoso, non di "modello Brescia" (i 13 inceneritori lombardi con il più grande forno d'Europa quello di A2A) che frena anche le tantissime eccellenze lombarde. Parla di chiudere inceneritori e discariche. Non di realizzarne». Questo il post a firma del Senatore grillino Gianni Girotto intitolato "Il mondo è veneto, non bresciano".


E se il clima nelle fila della maggioranza va in controtendenza con la stagione e si mantiene rovente, ci prova il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, per mezzo di una nota emanata da Palazzo Chigi, a gettare acqua sul rogo e a riportare un'almeno apparente serenità: «Il governo lavora a una soluzione condivisa e senza polemiche. L'obiettivo è sempre la tutela della salute e del territorio. Il contratto di governo sul tema generale dei rifiuti esprime un chiaro indirizzo politico-amministrativo: dobbiamo lavorare per realizzare quanto prima una completa economia circolare e rendere "verde" il nostro sistema economico. Questo significa lavorare a difendere la cultura del "riciclo" e rendere i rifiuti "prodotti", puntando alla capillare diffusione della raccolta differenziata. Il governo si impegna al contempo a gestire le criticità che nel periodo di transizione dovessero manifestarsi, affidando al ministro dell'ambiente le proposte e la prevenzione di queste criticità per una soluzione innovativa, concreta, realizzabile». Insomma un potpourri di buoni propositi che solo in parte tiene conto dello stato di emergenza in cui versa la filiera di smaltimento e reindirizzamento dei rifiuti in molte regioni d'Italia. Anche il ministro dell'Ambiente Sergio Costa è tornato a parlare di rifiuti e inceneritori, spalleggiando la visione grillina volta a rafforzare la differenziata come risposta alla crisi attuale: «Siamo dell'opinione», ha detto Costa, «che gli inceneritori non servano, anche superando il concetto ideologico. La domanda è: l'inceneritore serve al sistema italiano? La risposta è che non serve incrementarne il numero. Questa risposta ce la danno due Regioni: il Veneto che ha chiuso due inceneritori e la Lombardia che sta per chiuderne quattro perché non si riescono più ad alimentare. Questo perché, fortunatamente e per capacità dell'Italia, la differenziata sta crescendo molto!».

Intanto, proprio a Caserta, fulcro della zona rinominata Terra dei fuochi, oltre alla manifestazione di protesta organizzata dai migranti, scesi in strada in corteo per esprimere il loro dissenso sulle recenti disposizioni del dl Sicurezza in merito alla concessione del diritto di soggiorno per motivi umanitari e sulle modifiche al progetto Spar, il Presidente Conte assieme al vicepremier Luigi Di Maio e ad altri sette ministri firmerà sul suolo campano un Protocollo d'intesa per un'azione urgente sulla Terra dei fuochi. «Il piano Terra dei Fuochi di oggi come il primo atto di una battaglia senza quartiere da vincere», le parole spese in mattinata dal capo politico penstastellato. «Oggi firmiamo un protocollo con la presenza dei ministri interessati e quella del Presidente del Consiglio. È il primo atto per cominciare a spegnere i fuochi».


di Alessandro Leproux

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