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Global compact: ok della Camera mozione Lega-M5S che rinvia, ma Fico dice: «L’Italia stia al tavolo»



«Tanto tuonò che piovve» dice la saggezza popolare. Vale, spesso e volentieri anche per le decisioni del Parlamento. Ieri, la maggioranza gialloverde, sul Global compact per l’immigrazione, ha deciso di… non decidere: rinviata (di nuovo), ieri, la votazione sull’adesione dell’Italia. Il patto, siglato in sede delle Nazioni Unite tre mesi fa, aveva creato molti malumori nelle scorse settimane tra i soci di governo. Infatti, il premier Conte, dopo aver promesso, e solennemente, nell’ultima assemblea del Palazzo di Vetro dell’Onu a New York, che l’Italia avrebbe firmato il Patto, aveva già deciso di disertare l’incontro di Marrakech, dove è stato sottoscritto l’accordo tra i vari Stati Onu nel merito, e formalmente il governo si era ‘rimesso’ al parere dell’Aula.


La mediazione tra Lega e M5S è stata, dunque, quella di rimandare a data da destinarsi una posizione chiara sul tema: la Lega rimane contraria, mentre parte del M5S vorrebbe la firma con, in prima fila, il presidente della Camera Roberto Fico. Proprio Fico ieri è tornato sul tema: “Siccome l’immigrazione è una problematica globale per forza dobbiamo sederci al tavolo con tutti Paesi del mondo, specie quelli da cui partono i migranti, per affrontare la problematica”, ha detto Fico nel tradizionale discorso di auguri natalizi, rivolto all’Associazione stampa parlamentare (Asp). «A quel tavolo, ha detto Fico, devi collaborare per affrontare il fenomeno migratorio con un approccio globale, che poi è la posizione dell’Italia sull’Europa che insieme deve prendersi le responsabilità e ogni Paese deve fare la sua parte con un approccio globale». Una posizione, quella espressa dal presidente della Camera, che però si pone palesemente in contrasto con la linea scelta ufficialmente dai pentastellati in Aula: «Vogliamo, ha detto la deputata e capogruppo dei 5Stelle, Sabrina De Carlo in Aula, durante la discussione, “ribadire il diritto di ogni stato ad elaborare la propria politica migratoria in base alle proprie esigenze, si potrebbe portare il dibattito su terreni sbagliati favorendo la strumentalizzazione del tema. Migrare non è la soluzione, ma è sempre una sconfitta».


Nella discussione parlamentare che si è tenuta ieri mattina alla Camera dei Deputati sono state invece bocciate tutte le altre mozioni, che prevedevano di impegnare il governo da subito a sottoscrivere o meno l’accordo. Una decisione che è stata accolta con soddisfazione da parte dei 5Stelle, ma fortemente contestata a destra specie da Fratelli d’Italia. Uniti dalle proteste, in questo caso, e paradossalmente, proprio il Pd e Fratelli d’Italia. «Il governo è allo sbando», ha scritto su Twitter il candidato alla segreteria del Pd Maurizio Martina. «La maggioranza chiede di rinviare il voto. Giocano la loro propaganda sulla pelle del Paese ancora una volta». Così anche il deputato democratico Ivan Scalfarotto: «È la prova che questo esecutivo non è in grado di assumere una politica estera. Come del resto è già avvenuto con il precedente della presa di posizione della Ue sull’Ungheria di Orban o sulla Russia di Putin in materia di sanzioni. Una scelta assurda che giunge dopo l’annuncio del voto favorevole fatto dal premier Conte all’Onu e la successiva smentita decisa da Salvini». E ancora ha detto Emanuele Fiano in Aula: «Come si fa a votare il rinvio su una decisione di merito che riguarda un accordo delle Nazioni Unite? Non ricordo un precedente di questa natura. Tra un po’ voteremo per la proroga delle missioni militari internazionali di pace a cui partecipa anche l’Italia, sarebbe ammissibile, anche in questo caso, che la Camera votasse per il rinvio della decisione? Stiamo instaurando una prassi pericolosa».


Giorgia Meloni

Per Fratelli d’Italia è necessario invece che l’Italia prenda posizione, ma per bocciarlo. «Il governo ci dovrebbe dire fino a quando intende rinviare la decisione», ha detto il capogruppo, Francesco Lollobrigida (Fdi), «questa fuga costante e senza termine mette in imbarazzo l’Italia. Conte è andato all’Onu a dire una cosa e ora il Parlamento gliela fa rimangiare. Chi, all’estero, prenderà più sul serio il presidente del Consiglio che non voglio dire considerato come un burattino ma di certo come una persona eterodiretta da qualcun altro. Il governo davanti a un dibattito di portata mondiale rinvia la decisione». Infine ecco l’ex ministra della Salute, Beatrice Lorenzin: “E’ un fatto sconcertante e fino a quando deve rinviare la firma? Fino a dopo le elezioni europee, in modo che Lega e M5s possano capire dove soffia il vento e da che parte stare? Nel frattempo l’Italia, Paese del G8, resta a casa a guardare”. Infine, ecco la dichiarazione della deputata di LeU, Giuseppina Occhionero: «Il Global compact è una guida che cerca di individuare i valori comuni per degli stati membri dell'Unione. Pensiamo alla Costituzione degli Stati Uniti, un grande paese che ha accolto in passato migranti da ogni parte del mondo, e a quella italiana che, all'articolo 35, sancisce il diritto a emigrare». «Perché, ha proseguito la Occhionero, la maggioranza che guida il Paese continua a seminare il germe della violenza e dell’odio? Il Global compact parla della dignità delle persone, di come attuare le politiche per gestire il fenomeno dell'emigrazione e ridurre la marginalità dei migranti». Il «Global compact, cioè nella sua traduzione letterale il Patto globale per una migrazione sicura, ordinata e regolare» è, almeno in teoria, la più ampia iniziativa strategica di revisione dei flussi migratori e della loro gestione. Inizialmente firmato dall’Italia e fortemente voluto dal Vaticano, per espressa volontà di Francesco I, nonché, ovviamente, appoggiato dal Pd e da LeU, è stato osteggiato, sin dall’inizio, dal partito di Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia, cui si è accodata, ma solo in un secondo tempo, anche la Lega di Salvini, Invece, i 5Stelle si sono, appunto, divisi sull’argomento. Come ricordato, il 17 dicembre l’assemblea generale dell’Onu si era espressa sul Global Compact e, in quel caso, l’Italia aveva votato a favore.


di Ettore Maria Colombo

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