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Homme moyen sensuel (la rubrica di Michele Lo Foco)


Questa definizione, entrata nel lessico tramite Joyce o Eliott, espressione francese ma non usata in Francia, rappresenta l’uomo comune, il cittadino normale, l’individuo di strada, quello che ha normali appetiti e normali esigenze.

Il politico tende a confondersi con l’homme moyen e ad essere considerato uno di loro, perché uno vale uno, siamo tutti uguali, e lavoriamo tutti per il bene comune.

Ma c’è un momento nel quale l’homme moyen diventa un essere insignificante, inutile, un abitante di questa terra come lo sono le formiche, e le cui esigenze sono talmente modeste da non contare nulla.

Il momento è quanto compare l’uomo “straordinario”, superiore a tutti, di potere infinito, ricchissimo, potentissimo.

Ecco che improvvisamente l’abitante di un palazzone grigio, con due bambini piccoli, che si alza all’alba per lavorare, che risparmia per comprarsi un’automobile, diventa terreno da calpestare, un inutile abitante del mondo che se non ci fosse non succederebbe nulla, e se non fosse mai nato sarebbe stato meglio.

A che servono milioni di miserabili cittadini con i loro desideri mediocri, senza gusto, in che modo contano nell’evoluzione della terra se non rallentando il processo di costruzione dei grandi imperi?

L’homme moyen non conta nulla, può essere spiaccicato sulle pareti, la donna può essere usata per un secondo di godimento e poi gettata alle ortiche perché le donne vere, quelle che ci sanno fare, sono poche e sono da un’altra parte.

Servono ciccione, vecchie, nonne che mangiano e aspettano di morire?

L’uomo straordinario sa che di questa plebaglia non c’è bisogno, e che quei casermoni grigi possono essere abbattuti, tanto non se li ricorderà nessuno: ma tutti si ricorderanno di lui, l’uomo straordinario, quello che condanna alzando un sopracciglio, che non ha bisogno di nessuno perché ha già tutto.

Putin sa che di uomini come lui, come Stalin, come Hitler, fors’anche come Napoleone ne nascono pochi e di rado, e sa che sono gli uomini come lui che fanno la storia, che modificano il pianeta: lui sa che la storia gli sarà debitrice e che fra cent’anni a scuola gli studenti leggeranno il suo nome, come quello di Alessandro Magno e di Cesare, mentre dell’homme moyen sensuel resteranno solo le ombre irrequiete tra i sassi dei palazzi lacerati.

Penso ogni tanto, ma sempre più spesso, alla sorte esistenziale di chi non è riuscito a fare altro che sopravvivere, e che talvolta non è arrivato in fondo.

Destino, sfortuna, caso, quale condizione ambientale favorisce la mediocrità o la desolazione e perché tutto questo vale per alcuni e non per tutti?

C’è un merito nell’essere privilegiati, un talento, e sarà poi vero che chi lo possiede deve impiegarlo bene e farlo fruttare? Onestamente non lo so.

Di Michele Lo Foco

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