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I carabinieri bocciano il governo nel giorno del sì al decreto sicurezza


«La Legge di Bilancio appena licenziata dal Governo non soddisfa in alcun modo il personale dell'Arma dei Carabinieri. Un’attenta analisi del provvedimento fa emergere l'inesistenza di importanti investimenti per il comparto sicurezza e difesa». La nota del Consiglio Centrale di Rappresentanza Militare dei Carabinieri, il Cocer, indica dati alla mano le «cifre che offendono la dignità del personale in uniforme: 500 milioni per un piano di assunzioni distribuito su cinque anni; circa 60 milioni l’anno per gli aumenti di stipendio dei soli Carabinieri, con cui peraltro assurdamente si ritiene di poter rivedere parte delle indennità accessorie; 70 milioni sul progetto del futuro riordino delle carriere, con la pretesa che possano, insieme agli altri 20 milioni - stabilizzati nel decreto sicurezza - risolvere le richieste di 450.000 operatori di sicurezza».


Il Cocer evidenzia che «il valore medio dell’aumento contrattuale previsto non si avvicina minimamente al debito che il governo ha nei nostri confronti: mediamente 800 euro lorde annue pro-capite di straordinario non pagato, per un importo complessivo di circa 80 milioni di euro. Leggiamo di riforme pensionistiche sbandierate come la risoluzione delle problematiche di tanti cittadini, ma nessuno ha pensato a dirci come sarà applicata a noi. La quota 100 infatti, con i principi enunciati dei 62 anni di età, penalizza chi come noi ha limiti ordinamentali di 60 anni, almeno con riferimento ai contrattualizzati. Non abbiamo una previdenza complementare e per finire i coefficienti di trasformazione non sono adeguati alle nostre esigenze pensionistiche, bensì tarati sui 67 anni del pubblico impiego».

Ma le accuse del Cocer non sono finite: «Leggiamo ancora di reddito di cittadinanza e abbiamo sperato che si sarebbero trovati i soldi anche per coloro che, pur avendo il lavoro, sono soggetti a impieghi gravosi. Coloro che vantano un credito verso lo Stato di 80 milioni l’anno. Per ultimo, ma non per importanza, non possiamo non parlare della flat-tax: al momento sembrerebbe essere ad appannaggio delle sole partite Iva fino ad un certo reddito. Sembra paradossale, ma è vero: giustamente un privato con un imponibile di 30.000 € netto rap, pagherà di tasse 4.500 €. Peccato che un Carabiniere, con lo stesso imponibile, pagherà 7.000 €. Come non criticare una manovra economica che continua a penalizzare le forze dell’ordine? L’amarezza è tanta ed è percepibile e lo è ancor di più in questo periodo storico, dove la parola d’ordine è: ridiamo l'Italia agli italiani».


Il Cocer suggerisce al governo di «applicare la flat-tax anche al personale del Comparto difesa sicurezza; incrementare i fondi sulla specificità, per aumentare quelle indennità accessorie che gridano vendetta da 16 anni; finanziare con almeno 500 milioni di euro il nuovo riordino delle carriere; approvare una riforma previdenziale dedicata al nostro settore partendo dalle categorie più basse, per consentirci di percepire pensioni decorose. Ci permettiamo di suggerire tutto questo, perché o il governo è effettivamente quello del cambiamento, oppure non potrà non essere catalogato come i governi che lo hanno preceduto».

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